I noti fatti del 2015 hanno segnato Marc Marquez anche per quanto riguarda i social. L’otto volte campione del mondo, infatti, ha spiegato che dopo le famose sportellate con Valentino Rossi e le accuse di accordo con Jorge Lorenzo per far perdere il mondiale al campione di Tavullia, si è molto allontanato dai social network. Troppi haters, troppi insulti, troppi commenti fuori luogo. “Chiaramente i social sono importanti, ma io dal 2015 non li seguo praticamente più, mi limito al minimo indispensabile, comunicando quello che ho voglia di comunicare, senza fare caso alle reazioni – ha spiegato il fenomeno di Cervera – C’è una persona che si occupa per me della gestione dei miei profili, di norma lui va avanti in autonomia, poi se c’è qualcosa di particolare me lo segnala”. Una supervisione, insomma, nella consapevolezza che farne a meno sarebbe impossibile per ovvie ragioni di marketing, ma anche con la certezza che dopo il 2015 il rapporto con i social ha perso valore sul piano personale. Marc Marquez lo ha spiegato rispondendo alla domanda che gli è stata posta ieri in conferenza stampa dopo che Maverick Vinales, nei giorni scorsi, ha cancellato il suo account Twitter a causa dei suoi haters.
Ha perso la pazienza: è stato il primo, ma non sarà l’ultimo. Anche perché i piloti, tutti, sono dalla sua parte e, anzi, hanno colto l’occasione per sottolineare quanto male tollerino i soliti e immancabili leoni da tastiera. “Vinales è stato solo il primo – ha detto Aleix Espargarò – a volte si leggono commenti davvero inaccettabili”. Più morbidi, invece, i piloti della Suzuki, Alex Rins e Joan Mir. “A me piace guardare tutti i messaggi – ha detto il primo - giorno dopo giorno i messaggi aumentano e questo è positivo, ma molti non sanno cosa succede realmente dentro al box. Tutti gli sportivi hanno chi li critica, ma questo è normale”. “Senza gli appassionati non potremmo essere qui – ha concluso il campione del mondo in carica - ma correremmo per conto nostro in un circuito di kart. A volte devi fare attenzione a quello che dici o che non dici, non è facile essere naturale. Io ci provo, magari dico anche qualcosa che non dovrei dire. Ammiro molto, ad esempio, l’uso che Hamilton fa dei social, ma io ho solo 23 anni e non ho i suoi venti milioni di follower”.