Casey Stoner spara a zero, e ne ha per tutti. Da Valentino Rossi, “dimenticato” quando elenca i suoi rivali più forti, alla Ducati che l’ha trattato malissimo durante un momento difficile, senza dimenticare un appunto a Marc Marquez che l’ha tagliato fuori da Honda per non essere battuto. L’australiano, con lo stile da punk che l’ha sempre contraddistinto, ha rilasciato un’intervista al vetriolo a motorsport.com, di cui riportiamo qui i passaggi più interessanti.
Il tenore della chiacchierata si fa subito di fuoco quando al due volte iridato vengono chiesti quali fossero i suoi rivali più forti: "Devo dire che se la giocano Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. Ho dovuto gareggiare contro entrambi in ogni categoria: 125cc, 250cc e MotoGP. Negli anni ho avuto la maggior parte delle battaglie con questi due ragazzi, ed erano decisamente difficili da battere".
Da notare appunto come Valentino Rossi non venga nemmeno citato, se non dietro domanda specifica. Quando gli viene chiesta un’opinione sul fatto che Rossi correrà fino a 42 anni, Casey risponde così: "Credo che dipenda completamente da Valentino, se si sta godendo ancora lo sport e ha ancora un po’ di velocità, allora è fantastico. È davvero difficile essere nella mente di qualcun altro. Per me, quando correvo contro Valentino, era un vincente, un killer, faceva di tutto per vincere le gare. Ora, invece, una top-5 o un podio sono come una vittoria per lui, e questo per me è triste. Lui faceva di tutto per vincere le gare e oggi sembra che sia in difficoltà a fare questo".
Poi passa a Marquez e alla Honda: "Al momento credo che nessuno possa battere Marc. Ho detto a lungo che l’unica persona che può battere Marc è Marc stesso. Quest’anno, purtroppo, alla prima gara Marquez è stato battuto da sé stesso. Da quel momento abbiamo visto che senza Marc come leader il campionato è nel caos, i punti che ha il leader del campionato sono davvero incredibili. Hanno così pochi punti perché non c’è stata costanza da parte di nessun pilota sulla griglia, quindi è davvero il caos senza Marc. Sarà interessante vedere quando tornerà e tutto si normalizzerà un po’".
"Questo è qualcosa che alla gente non piacerà, non conosco la verità esatta sul motivo che ha spinto la Honda ad escludermi. Non so se credessero che stavo progettando di tornare e di essere di nuovo una minaccia per Marc, ma lui e il suo management/team mi hanno spinto fuori - ha raccontato Stoner - "Quello che so per certo è che l’attuale compagnia Honda non voleva che me ne andassi, ma io sentivo di non essere in grado di fare la differenza come collaudatore a causa di alcune cose all’interno del team Honda ufficiale. Respingevano le mie idee e il mio sviluppo. Per me è stato deludente perché io ero lì per aiutare Marc e penso che avrei potuto davvero aiutarlo molto. Qualcuno per qualche motivo non mi voleva più lì e lo ha reso molto chiaro".
Ed anche in tema Ducati, Casey si toglie qualche scomodo sassolino dalla scarpa: "Sono passato alla Honda perché nel 2009, quando ho scoperto di avere un’intolleranza al lattosio, ho attraversato un periodo difficile e non mi è piaciuto il modo in cui la Ducati ha gestito la situazione: avevano offerto ad uno dei miei più grandi avversari quasi il doppio del mio stipendio per correre con loro (adesso, probabilmente riferendosi a Valentino, lo vede come un grande avversario, nda.) mentre io ero via per un paio di settimane. Hanno detto tante cose negative su di me alla stampa, e non sono stati di supporto. Considerando che ero il loro unico campione del mondo e avevo vinto più gare di tutti gli altri i loro piloti messi insieme mi ha fatto molto male. Con Honda avrei sempre voluto guidare perché era il marchio per il quale aveva corso Mick Doohan, quel team ha sempre avuto una grande importanza per me. Nel 2011 è arrivata l’opportunità di andarci e l’ho colta al volo dopo tutto quello che era successo nel 2009".
Poi continua, spiegando che le cose non sono cambiate poi così tanto da quando ha lasciato la squadra di Borgo Panigale: "Penso che sia molto simile a quando ero lì, ma sono cambiate le cose di base. Quando ero lì, purtroppo, non avevamo il budget che certamente hanno ora. Qualunque moto con la quale abbiamo cominciato il campionato è stata quella con la quale l’abbiamo anche terminato. Non c’erano aggiornamenti oltre all’elettronica per tutta la stagione. Era qualcosa di molto difficile per noi con cui convivere, perché gli altri Costruttori andavano avanti e noi dovevamo andare avanti con quello che avevamo. Questo a volte rendeva le cose difficili".
"Penso che ora ci siano alcune decisioni in alto in Ducati che devono cambiare, o aggiustarsi. Chiaramente un motore potente non ti fa vincere i campionati. Basta guardare la Yamaha che ha ottenuto tanti successi pur avendo una delle moto meno potenti, se non la meno potente sulla griglia. Soprattutto quest’anno hanno vinto più di chiunque altro".
Inevitabilmente poi, ne ha anche per il campionato stesso: "Dirò una cosa molto controversa su questo argomento, io non credo che questo dovrebbe essere definito un campionato iridato. Per essere un campionato del mondo devi viaggiare in tutto il mondo, e non solo in Europa".
"Questo è un campionato europeo molto ristretto, con più gare sullo stesso tracciato. Non penso affatto che sia un campionato del mondo, soprattutto quando si corre due volte su determinati circuiti adatti a determinate moto e Costruttori, permettendo così di ottenere due buoni risultati in due weekend consecutivi. Penso che sia sì un campionato di MotoGP, ma faccio fatica a definirlo campionato del mondo".
"Inoltre, come ho già detto all’inizio dell’intervista, dal momento che Marc Marquez non c’è, sembra che ci sia molto caos e i piloti stanno davvero facendo fatica ad essere costanti quest’anno. Anche quando sono andati sullo stesso circuito per 2 settimane di seguito, i piloti non sono stati in grado di mantenersi costanti e sinora è stata una stagione davvero molto strana da guardare".
Ad un ultima domanda sul futuro, Casey risponde che “non c’è alcuna possibilità che io torni alle gare. Ero molto sicuro della mia decisione quando l’ho presa nel 2012 e non mi sono mai guardato indietro. Non so ancora cosa farò, vedremo”.
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