Un conto è fare la pace, un altro conto è dimenticare tutto quello che è stato e arrivare al perdono. Casey Stoner è riuscito a stringere la mano a Valentino Rossi in una delle ultime uscite da pilota della MotoGP del nove volte campione del mondo, ma di certo i due non sono diventati migliori amici. Perché la loro rivalità è stata accesa e a volte è arrivata anche ai limiti dei regolamenti e perché, come ha ammesso Casey Stoner, ci sono sofferenze che non si possono dimenticare.
E’ così, sofferenze, che il fenomeno australiano ha definito gli anni passati nel paddock come primo rivale di Valentino Rossi. Ma non ce l’ha con il Dottore: ce l’ha con i suoi tifosi. E, se è vero quello che ha raccontato nel podcast Gypsy Tales, c’è anche da capirlo. “Quando uscivo dal box – ha ricordato Stoner - c’era gente che mi infastidiva. Quando ero in scooter c’era chi provava a strapparti un braccio e a farti cadere. Facevano di tutto per farmi del male e condizionare la gara. Scrivevano ‘merda’ sul mio camper e quel genere di cose, c’erano minacce. È stato molto da sopportare. Sentivo di aver fatto un buon lavoro e mi sono trovato coinvolto in cose da cui ho imparato. Non tornerei indietro per fare diversamente”.
Il campione australiano ha spiegato, quindi, che subire quel tipo di atteggiamenti lo portava a vivere un condizionamento eterno, dettato dal fatto che non vedeva riconosciuto fino in fondo il suo talento. Come se battere, o provare a farlo, Valentino Rossi, a quei tempi, fosse una colpa grave e non un grande merito. Un clima d’ostilità dentro cui ha fatto sempre più fatica e che ha contribuito, inevitabilmente, a fargli chiudere anzitempo una carriera che gli avrebbe quasi certamente regalato altre soddisfazioni. A Portimao prima e a Valencia dopo, Valentino Rossi e Casey Stoner si sono abbracciati e stretti la mano, ma l’australiano non ci ha messo una pietra sopra pur riconoscendo che un conto è il Dottore e un conto sono stati alcuni dei suoi tifosi: “Valentino – ha concluso - non ha mai davvero cercato di fermare tutto questo”.