L’insofferenza è una brutta bestia e, spesso, porta anche a dire cose che non si pensano fino in fondo. Ci viene da pensare che possa essere ciò che è accaduto a Takeo Yokoyama, responsabile tecnico di HRC, che ieri ha fatto tremare tutti con una affermazione piuttosto pesante: “Se la Honda non vince, non ha senso restare in MotoGP”. Lo ha detto a margine della presentazione del Team Repsol, illustrando i cambiamenti della nuova RC212V e spiegando che la rivoluzione sulla moto è una sorta di rivoluzione anche per quanto riguarda il così detto “metodo giapponese”.
Stravolgere ogni cosa non è nel DNA della Honda, ma Yokoyama ha ammesso che questa volta è stato necessario, perché vincere è diventato un vizio a cui proprio nessuno in casa Honda vuole rinunciare. Invece il titolo mondiale manca ormai dal 2019 e l’idea di cominciare la terza stagione senza potersela giocare era qualcosa che nessuno era disposto ad accettare all’ombra dell’Ala Dorata. Da qui la scelta di mettere pesantemente mano sul prototipo, per venire incontro alle nuove esigenze di Marc Marquez, ma anche e soprattutto per dare vita a una moto che non risultasse guidabile solo per il fenomeno di Cervera. Sembra siano riusciti a portare avanti un gran bel progetto, o almeno questo è quanto emerso dopo i primi test di Sepang, ma le incognite restano parecchie. Non solo per quanto riguarda gli altri piloti, ma anche per lo stesso Marquez. Tanto che l’otto volte campione del mondo, pur dicendosi molto soddisfatto della moto e assolutamente convinto di poter lottare per il titolo, ha voluto parlare di “accettazione della realtà”.
Tutt’altro che una resa, sia chiaro, ma un presa di coscienza di un dato inconfutabile: se prima i mondiali erano una questione quasi a due tra Honda e Yamaha, adesso tutti hanno le carte in regola per vincere. “Con Honda – ha detto Marquez – abbiamo fatto cose grandiose e stando fermo molto tempo ho potuto ricordarle tutte. Ora mi sembra difficile essere così veloci su ogni pista e in ogni condizione e allo stesso tempo non cadere la domenica. Ho cercato di analizzare come ci sono riuscito in passato. Devo migliorare per farlo di nuovo. Ho la sensazione di poter lottare per il campionato, ma siamo lontani dal vincere di nuovo di 100 punti. Ora è tutto molto stretto, tutti i piloti sono molto vicini tra loro. Non c'è un pilota che sia significativamente migliore degli altri piloti, come succedeva quattro anni fa. Sarà interessante. È una nuova gara nella mia vita. Lotterò, ma adesso la realtà è diversa".
Marc Marquez ha paura? Marc Marquez mette le mani avanti? Marc Marquez ha deciso di pinzare forte sui freni? No, semplicemente Marc Marquez è realista. Ma il realismo spaventa, soprattutto quando si scontra con l’insofferenza di una azienda mastodontica e che nel motorsport vuole starci con una sola missione: vincere. Ma che non ci riesce, anche se per cause di forza maggiore, da ormai tre anni. Tanto che lo stesso Takeo Yokoyama, pur senza fare drammi, ieri è stato molto chiaro: “Dobbiamo tornare al top, questo è chiaro – ha tuonato - Come dico sempre: siamo Honda e dobbiamo vincere, perché se non lo facciamo non ha senso essere in MotoGP. L'obiettivo è vincere, quindi, ma è sappiamo anche che, quando si effettua un cambiamento così radicale come quello di quest'anno sulla moto, soprattutto se si varia il concept, non sarà così facile già dal primo Gran Premio”.