“Io non sono solo un americano. Io sono, prima di tutto, un impaziente che vuole fare le cose per bene. La mia timeline è più veloce di quella di Carmelo Ezpeleta e Dorna, perché voglio fare cose più velocemente di chiunque altro. Vedo un piano strategico a 6, 12, 24 mesi: i primi cambiamenti si vedranno in 6 mesi. Poi ancora di più perchè, stiamo facendo molte cose” Le parole sono di Dan Rssomondo, l’uomo scelto da Dorna e pescato nell’NBA per proiettare la MotoGP nel futuro. Nella lunga intervista rilasciata al giornalista spagnolo Manuel Pecino, il manager americano ha pure sintetizzato in tre sole parole il lavoro che intende portare avanti: evoluzione, non rivoluzione.
Perché piloti, tecnica e velocità dovranno restare i protagonisti indiscussi delle corse, ma facendo sì che lo spettacolo di un GP non sia limitato solo al tempo che le moto passano in pista. “Dobbiamo mantenere gli appassionati che abbiamo già, ma dobbiamo anche fare in modo che sempre più gente si appassioni al nostro sport”. La strada? Ovviamente il marketing e tutto ciò che sarà collaterale alle corse, oltre a tutto quello che di più specifico si sta facendo già, come la partecipazione – anche in termini economici – di campionati dedicati ai giovanissimi in molti paesi del mondo. “I risultati di questo processo di evoluzione si vedranno molto di più fuori dai circuiti. È fantastico andare al Sachsenring e avere 240.000 persone, o a Le Mans e avere 280.000 persone, è fantastico. Ma stiamo facendo tantissimo ‘fuori dalla pista’ per aumentare quella base di fan? Grande attenzione è sui media digitali, penso che saremo molto aggressivi nel modo in cui promuoveremo i nostri contenuti e le nostre corse. Vedrai queste due cose molto rapidamente. Non voglio americanizzare nulla qui, non si tratta di questo. Si tratta di prendere le migliori idee da altre proprietà e vedere come possono funzionare nel nostro sport”.
Le “altre proprietà” a cui fa riferimento Rossomondo sono la Formula1 e, chiaramente, l’NBA, con il manager americano che, di fatto, vuole far sì che la MotoGP non sia più solo una nicchia per ingegneri e appassionati di motori. “Gli ingegneri sono persone diciamo speciali – ha proseguito - La gente dice che siamo uno sport di ingegneri e che la Formula 1 è uno sport di marketing o di business. Questo è quello che la gente mi ha detto a riguardo. Siamo gestiti da ingegneri, loro sono gestiti da uomini d'affari, è una dinamica interessante. Trascorro molto tempo con alcuni tecnici e ovviamente ciò che conta di più per loro è quanto va veloce la moto ed è efficiente, come gira e come si comporta. Ma tutti hanno un ego e vogliono che il proprio lavoro venga mostrato al mondo”.
Un ego che, invece, si fa letteralmente smisurato quando ci sono di mezzo i piloti. Sono proprio loro i veri protagonisti della MotoGP e sono proprio i piloti e l’atteggiamento mostrato verso il lavoro di Rossomondo ad aver colpito di più ilmanager americano: “Spesso vengono da me con delle idee e penso che questo sia davvero fantastico – ha concluso - Tra le tante cose che ho imparato in questo primo periodo nel mondo delle corse in moto c’è che i piloti sono molto intelligenti, sono molto amichevoli, sono persone molto simpatiche. Mi confronto molto con loro e, come ho detto, loro vengono speso da me per proporre idee”.