Che Marc Marquez avrebbe potuto lasciare la Honda è qualcosa che tutto sommato poteva essere prevedibile. Quello che nessuno avrebbe mai davvero pensato è che in MotoGP sarebbe addirittura arrivato un giorno in cui Santi Hernandez e Marc Marquez non avrebbero più lavorato insieme. Perché un pilota e il suo capomeccanico diventano quasi sempre una cosa sola, una coppia fissa da mantenere unita anche quando si cambia casacca e le separazioni illustri, nella storia della MotoGP, sono arrivate sempre e solo per diversità di vedute. Adesso, invece, le cose sono cambiate e ci si dice addio anche per effetto di contratti e anche se non si vorrebbe fino in fondo. Ne sanno qualcosa, appunto, Marc Marquez e Santi Hernandez, due che hanno passato 13 anni fianco a fianco (due anni in Moto2 e 11 in MotoGP con Honda) e che all’ultima di Valencia, un paio di domeniche fa, sembravano incapaci di tenere ferme le lacrime davanti alla consapevolezza che quella sarebbe stata l’ultima volta insieme.
Nel nuovo corso della MotoGP, da qualche stagione a questa parte, la vecchia “regola non scritta” che il pilota che va via si porta dietro il suo capomeccanico è di fatto scomparsa e di separazioni illustri se ne sono viste parecchie. La più clamorosa? Quella tra Franco Morbidelli e Ramon Forcada, dopo un titolo mondiale sfiorato e un rapporto speciale creato. Ora, però, la separazione delle separazioni è quella tra Marc Marquez, appunto, e Santi Hernandez. L’ingegnere spagnolo resterà nel Team Repsol e sarà seduto a fianco a Joan Mir. A fianco a Marc Marquez, nel box del Team Gresini, ci sarà, invece, il capotecnico che vinse un mondiale in Suzuki proprio con Mir e che nella scorsa stagione ha accompagnato Fabio Di Giannantonio nella sua incredibile crescita: Frankie Carchedi. “Ho accettato perché so che Frankie lavora in modo molto preciso – ha dichiarato Marc Marquez, quando gli hanno chiesto come mai non ha puntato i piedi per provare a portarsi in Ducati anche Hernandez - Ho fatto domande su di lui. Non entro in una nuova squadra alla cieca. Ho scoperto chi è Frankie e cosa ha realizzato. È stato campione del mondo con Joan Mir, ha un buon sistema di lavoro e lavora con molta attenzione. Spero di poter costruire un buon rapporto con lui fin dall'inizio".
Conoscere la nuova moto, quindi, e conoscere anche l’uomo chiamato a tradurre le esigenze del pilota in numeri da sottoporre agli ingegneri e ai tecnici. Ma quali saranno i piloti che cambieranno capomeccanico nel 2024? Restando nel box del Team Repsol, il neo arrivato Luca Marini troverà l’italiano Giacomo Guidotti, lo scorso anno al lavoro nella stessa squadra, ma con Joan Mir. Cambieranno anche Franco Morbidelli, Fabio Di Giannantonio, Alex Rins e Johann Zarco lavorano nelle loro nuove squadre con i capitecnici dei loro predecessori: Max Branchini con Morbidelli, David Munoz (che è stato l’ultimo capotecnico di Valentino Rossi) con il Diggia, Patrick Primemmer con Rins e Davide Garcia con Zarco.
Per tutti gli altri, tranne uno, le coppie resteranno invariate. Il “tranne uno”, chiaramente, è Pedro Acosta, unico rookie della MotoGP 2024, che troverà al suo fianco, nel box di GasGas Tech3, Paolo Trevathan, fino a poche settimane fa nello stesso box con Pol Espargarò. “Abbiamo pensato a lungo chi sarebbe stato il capotecnico giusto per Pedro Acosta – ha affermato Pit Beirer, responsabile racing per KTM e ex vicecampione del mondo di motocross con il soprannome di Pitbull – serviva un profilo che avesse tanta esperienza, tanta grinta e anche capacità di mantenere la calma. Ecco perché abbiamo scelto Paul Trevathan per lui: è stato già capotecnico di un certo Beirer, il Pitbull, nel team di motocross Kawasaki nel 1999"