Una cosa bisogna dirla subito: Pit Beirer è uno che non si fa problemi a dire quello che pensa, così come lo pensa. Nessuna diplomazia, nessun passaggio politicamente corretto e, quando serve, anche nessuna paura di buttarsi a testa bassa verso qualcuno. Quel qualcuno, oggi, si chiama Ducati. Perché è vero che KTM vuole spodestare le Rosse dal trono della velocità, ma ormai è innegabile anche che la battaglia non si combatterà solo in pista. Così, a moto ferme e dopo appena una decina di giorni dall’ultima bandiera a scacchi di stagione, il terreno per prendersi a sportellate è diventato quello offerto dalle testate giornalistiche di settore. E non è un caso che Pit Beirer, responsabile di tutto ciò che è racing per KTM, abbia deciso di fare una lunga chiacchierata con i colleghi di SpeedWeek.
Lo spunto? Le concessioni che permetteranno a Honda e Yamaha di colmare il gap con Ducati, ma anche a Aprilia e alla stessa KTM di contare su qualche piccolo aiutino in più. Piccolo, appunto. Troppo piccolo secondo l’ex pilota e oggi manager austriaco. “Il nuovo sistema per stabilire le concessioni non mi piace – ha detto senza mezzi termini- Dorna si era presentata con una proposta, ma i costruttori non sono stati capaci di accordarsi su una controproposta e alla fine Dorna ha deciso da sola”. Il riferimento, è chiaro, è alla suddivisione in quattro gruppi delle varie squadre, in base ai punteggio della stagione precedente. Con Honda e Yamaha che potranno permettersi moltissimo. “Noi quest’anno non abbiamo vinto neanche una gara, invece Honda ne ha vinta una. Perché loro dovrebbero beneficiare di maggiori concessioni?” – arriva a chiedersi Beirer. Che poi, però, aggiunge: “Avremmo preferito che le norme rimanessero come, ma stiamo alle decisioni prese. Oltre allo sviluppo gratuito del motore, le fabbriche giapponesi disporranno di altri due motori per l'intera stagione e di un ulteriore aggiornamento aerodinamico. Queste proposte sono troppo generose. Dal punto di vista di Aprilia e KTM sono molto unilaterali. Perché Aprilia ha sei podi nel 2023, KTM cinque e Yamaha tre”.
Secondo Beirer, insomma, la differenziazione da fare era una sola: Ducati e non Ducati. Con l’austriaco che commenta con una certa malizia anche le recenti dichiarazioni di Gigi Dall’Igna e quelle di Claudio Domenicali: “Non capisco perché debbano fare le vittime”. Il riferimento, è chiaro, è al fatto che Ducati non potrà fare wildcard nel 2024 e non potrà contare sullo stesso numero di pneumatici del test team degli altri.
“Se hai già otto moto in pista – ha proseguito Beirer – a cosa serve fare wildcard con una nona moto? La Ducati ha fatto un ottimo lavoro e ne ho parlato spesso nelle mie interviste ultimamente. Sono riusciti a trovare ben tre team clienti e i meriti non si discutono, ma otto moto in pista bastano”. Quello che Beirer vorrebbe si discutesse, invece, sono i regolamenti, con l’austriaco che sembra accusare velatamente Ducati di aver forzato un po’ troppo la mano nell’interpretazione e Dorna di non voler essere abbastanza chiara. Soprattutto su tutto ciò che riguarda l’aerodinamica: “I regolamenti devono rimanere chiaramente comprensibili per tutti gli spettatori e per tutti coloro che sono coinvolti nel paddock. Sarebbe meglio discutere su come eliminare gli eccessivi accorgimenti per lo sviluppo aerodinamico e l'altezza di marcia e risolvere il problema della pressione delle gomme. Bisognerebbe tornare a moto meno complicate e che consentano realmente a chi le guida di fare la differenza. Invece adesso la differenza non la fa il pilota, ma il materiale che il pilota ha”.