Partiamo dall'inizio: il Gp di Monza è la data ultima indicata entro la quale i motoristi impegnati in Formula 1 dovranno avere pronto l’accordo che definisce appunto le linee guida delle nuove power unit utilizzate in F1 dal 2025.
In caso contrario, la FIA ha dichiarato che deciderà autonomamente il da farsi, scenario quindi che potrebbe suscitare dello scontento tra i più.
Come anticipato, il pomo della discordia è legato al nuovo ciclo di propulsori, argomento che vede il paddock sostanzialmente spaccato in due: se Red Bull e Ferrari sono entrambe a favore di un motore completamente nuovo avente come fulcro un motore a quattro cilindri, idealmente coadiuvato dall’ingresso in F1 delle quattro ruote motrici, non lo sono per nulla né la Mercedes, né la Alpine/Renault che vogliono invece mantenere il V6.
Ma quali sono le ragioni dietro queste prese di posizione?
Christian Horner, team manager Red Bull racing, sostiene che un dimezzamento dei costi proseguendo questa strada non sarebbe impossibile: basti pensare all'attuale Indycar con la consapevolezza ovviamente che i motori Indycar per ora non hanno l’ibridazione.
Punto di vista non condiviso dal team principal Renault, Marcin Budkowski, il quale ha affermato: “Se introduciamo bio-carburanti ad impatto zero a livello di emissioni di CO2 non è necessario intraprendere la strada del quattro cilindri. Perché reinventare la ruota? Le quattro ruote motrici invece obbligherebbero una drastica rivisitazione dei progetti delle vetture, che sarebbero ancora più pesanti. E i costi sarebbero decisamente alti”.
Per scoprire cosa succederà occorrerà attendere il 12 settembre, ma nel mentre viene da chiedersi: quale sarebbe il senso di far gareggiare delle monoposto di F1 con un V4? Perché allora non motori a metano, già che ci siamo?