L'hanno fatto per marketing, per lo show, per i social. Lo hanno fatto, a Barcellona, con la speranza di chi le cose belle le programma, lasciando agli altri la possibilità di farle succedere e, morale della favola, nelle qualifiche della Formula 1 in Spagna, a Montmeló, è successo qualcosa di ancora più bello.
Già perché chiamare Carlos Sainz Senior a premiare il poleman della qualifica, in una stagione di grande rinascita per la Ferrari, era l'evidente tentativo di avere un padre che premia un figlio. Un passaggio generazionale bellissimo per la Spagna, terra di tifosi appassionati e di motori, un momento indimenticabile nella carriera, e nella vita personale, di entrambi. Due piloti, due vincenti, ma anche solo un padre e un figlio che si incontrano davanti a un premio.
Le cose però, neanche a dirlo, non sono andate come tutti avrebbero sperato. Carlos Sainz non è riuscito a portare la sua Ferrari oltre la terza casella, facendosi fregare - come sta succedendo spesso nel corso di questa stagione - dal compagno di squadra e dal suo rivale per il titolo, il campione in carica Max Verstappen. Ha sorriso un po' mesto al padre, vedendolo aspettare Leclerc con il ruotino Pirelli - tradizionale premio del poleman - tra le mani, accettando di buon grado un colpetto al collo, una sberletta amichevole, tenera.
Ma nell'imprevisto di un momento costruito ad hoc per essere diverso da quello che ci ha regalato la realtà le cose sono andate forse meglio così. Abbandonato il cliché del passaggio generazionale la fotografia che questa Formula 1 ci ha restituito è bellissima per quello che è: un padre, un pilota, un appassionato di motori e un uomo che ha scritto la storia del suo sport a quattro ruote, che premia un figlio, un giovanissimo talento di una Formula 1 esaltante, che un padre non ce l'ha. Un compagno di squadra che nell'amicizia di Carlos Sainz ha trovato motivazione, spinta, ma anche tanto affetto, nei giorni di gioia e in quelli da dimenticare che riceve un premio, un ruotino da aggiungere alla collezione, proprio dal padre di quel compagno di squadra.
Carlos avrebbe voluto premiare il suo, di figlio? Senza dubbio sì.
Charles avrebbe voluto che il suo, di padre, lo vedesse correre, vincere, ricevere premi? E che cosa lo chiediamo a fare.
Ma non sempre le cose vanno come vorremmo, o come lo show - per regalare uno spettacolo più cinematografico - richiederebbe. E proprio quando sbagliano, prendendo vie inaspettate, rischiano di piacerci ancora più.