Negli ultimi giri, ieri in Qatar, sembrava Marc Marquez: di potenza e tutto di traverso, ma guai a fare paragoni improponibili. Perché Enea Bastianini non vuole più montarsi la testa: gli era già successo, probabilmente, in passato. Quando per tutti era il futuro del motociclismo italiano, quando il sentirsi dire di essere un predestinato l’aveva reso più convinto che veloce al punto di doversi reinventare, come ci ha raccontato più volte il suo manager Carlo Pernat, quando la sua carriera sembrava praticamente destinata non a finire, ma a prendere il taglio delle meteore. “Quando sotto c’è il buono, quando sotto c’è la persona che vale – aveva spiegato proprio Pernat – bisogna solo individuare il modo per ritrovare il vero delle cose e tornare a credere in chi si è veramente. Con Enea lo abbiamo fatto e, insieme a una serie di scelte giuste, quella che sembrava una crisi irreversibile è diventata un nuovo inizio”. Il resto è storia. Storia scritta negli ultimi anni e arricchita ieri a Losail, con una vittoria che profuma di favola antica.
E oggi tutti a chiedersi: chi è Enea Bastianini? Il pilota, ormai, abbiamo imparato a conoscerlo: esplosivo, potente, con una guida quasi rabbiosa e che però, paradossalmente, risulta pulita nelle linee anche quando la sua moto finisce di traverso a ogni uscita. Ma il ragazzo Bastianini? E’ una domanda che ci siamo fatti anche noi, perché Enea è uno che ti guarda con quel modo lì un po’ di taglio e non lo capisci veramente chi c’è sotto il pilota. Percepisci solo l’animo bonaccione, un po’ sornione. Allora l’abbiamo chiesto a chi, probabilmente, Enea Bastianini lo conosce molto di più di quanto Enea Bastianini si conosca: Alice, la sua fidanzata. Ha sette anni più di lui e l’abbiamo incontrata nei mesi scorsi proprio alla presentazione del Team Gresini e siamo andati a romperle le palle per farci dire quanto c’è di vero in una frase che Carlo Pernat ripete sempre: “Quella ragazza gli ha messo la testa a posto”. Abbiamo girato anche un video in quella occasione, ma nel casino di quel giorno a Faenza ne era venuta fuori una roba tecnicamente inguardabile che poi abbiamo scelto di non pubblicare.
Adesso, però, al di là dell’immagine che trema e dell’inquadratura che non funziona, in quel video c’è un contenuto che abbiamo il dovere di proporre. Perché c’è il racconto del Bastianini che non ti aspetti: uno che va sempre piano. Ce lo ha detto proprio Alice: “Ci mette un secolo a fare ogni cosa, a volte mi fa pure arrabbiare. Per lui i valori sono tutto ciò che conta”. E poco dopo ce lo ha confermato anche lui: “Sono uno tranquillo, pigro”. Come un ragazzo che in testa ha solo un sogno e che si ritrova quasi fisicamente a non dare importanza neanche alle cose quotidiane, come un dettame interiore: per tutto il resto c’è tempo. Tranne che per quello che conta. E è per questo che quel giorno c’è venuto in mente un altro ragazzo che Pernat conosceva bene: Marco Simoncelli. Non il pilota, perché i piloti non si paragonano, ma il ragazzo: uno che aveva bisogno di solidità, di senso di famiglia, di scenari di stabilità che non prescindessero dai sentimenti e che seguissero dinamiche emotive prima che sportive o d’affari. Uno che quando vince alza il dito al cielo, perché le cose che contano se le ricorda veramente e non c’è bisogno che gliele vada a rinfrescare un addetto stampa qualsiasi. Uno che poteva andare in Aprilia a guadagnare il triplo e che invece ha scelto un'avventura in famiglia, impuntandosi anche, per mantenere una promessa e per ribadire prima di tutto a se stesso che i valori contano più del valore in senso venale. Proprio come fece il Sic quando, firmando un nuovo contratto, non parlò di denaro, ma di persone che avrebbe voluto portarsi dietro nella nuova squadra.
Ecco, Bastianini è più taciturno, meno romagnolo se vogliamo, ma in questo è come il Sic ed è anche il motivo per cu Pernat, ormai tanti anni fa, ha scelto di rimettersi in gioco: “Avevo deciso di chiudere con i piloti, quello che era successo a Marco faceva troppo male – ci ha raccontato in una vecchia intervista –Ero rimasto nel giro, perché le corse in moto sono la mia vita, ma non sentivo la spinta a rimettermi giù di brutto per sposare la carriera di qualcuno, poi è arrivato Enea e ho visto due occhi a cui non potevo dire di no”. Due occhi che ieri si sono riempiti di fuoco prima e di lacrime poi e che, alla fine, hanno fatto lacrimare anche i nostri. Roba bella: rara umanità.