Valentino Rossi ha lasciato la MotoGP e qualcuno ha smesso di seguirla. Enea Bastianini è arrivato come un ceffone sulla faccia di chi ha cancellato l’abbonamento. Lo ha fatto con Andrea Migno e Celestino Vietti nella domenica del Qatar, quando tre italiani - per la quarta volta nella storia - hanno invaso il podio del motomondiale. Tre classi, tre vittorie, tre Mameli. Enea Bastianini, su quella moto di un azzurro Garelli come quella che guidava Fausto, ha fermato il mondo per un attimo. Non c’era più guerra, non c’era più il tempo che passa e Valentino sul divano, non c’era nemmeno la Ducati che parte da favorita e chiude col peggior esordio mai visto a Losail. La tristezza negli occhi di chi voleva bene a Fausto, per oggi, ha lasciato il posto alle lacrime di commozione di Nadia Padovani. Perché Gresini era bravo come pilota e come manager, ma evidentemente anche a scegliere gli affetti: una così, che vince alla prima occasione, non la trovi per caso.
Tutto in un giorno sarebbe stato impossibile. Enea aveva una moto vecchia di un anno con una livrea mai vista nella storia, una squadra tutta nuova, i piloti più forti del mondo contro. Stanotte ha vinto partendo da lontano. Perché in Moto3 è stato Fausto a prenderlo per dargli una moto vincente, poi Carlo Pernat ha fatto lo stesso e l’ha guidato a vincere un titolo in Moto2. Enea è cambiato, ha imparato l’inglese, ha trovato la fidanzata Alice e una vita più morbida a Rimini, sul lungomare, restituendoci una stagione d’esordio in MotoGP con risultati spaventosi e una moto vecchia di due anni. Enea, adesso possiamo dirlo, in Qatar aveva già vinto sabato. Perché una prima fila, per lui che aveva solo il problema di chi parte da lontano in griglia, era l’ultimo passo da fare. La gara è stata pulita e brutale, proprio come quella livrea che Aldo Drudi ha raccontato come un cielo appena dopo la tempesta.
La tempesta c’è stata a Faenza dai Gresini, ma i figli e la moglie Nadia l’hanno presa di petto, domandola come un surfista nel Pacifico. Sopra l’onda, avanti. Solo avanti perché è lì che bisogna andare. La vittoria di Enea è un grosso dito medio a chi dice che le corse sono roba di soldi e business, che non c’è più la passione degli anni Settanta e che la gente in MotoGP non ci mette il cuore. Le lacrime di Nadia Padovani sono una poesia bellissima perché è tutto vero, tutto sul tavolo. Lo puoi vedere in diretta, dal vivo, sai cos’hanno passato. E da laggiù, da quel circuito in mezzo al nulla, Gresini ci ha fatto vivere un’emozione pura. Non succede spesso, ma oggi è stato così per tutti. Qualcosa di straordinario, di imprevedibile, ci ha portato lontano dai nostri impegni, dalla nostra quotidianità e dai nostri problemi di normali esseri umani. Questa una favola, è uno schiaffo a trecento all’ora in faccia a chi alle favole non ci crede. Questo, signori, è il motorsport.