“Usa la testa e vai pianino”. Mamma Antonella lo ripete ad Enea Bastianini da quando suo papà Emilio per gioco lo ha messo su una minimoto con le rotelle a 3 anni e 3 mesi a Cattolica. Oggi Enea di anni ne ha 23, ma Antonella si è raccomandata ancora una volta domenica scorsa prima del via. Venditori ambulanti di biancheria intima in microfibra, il loro banco in mercato è diventato una succursale del bar sport. Amici, conoscenti e curiosi si sono stretti al papà della “bestia” dell’Adriatico (come lo chiamano nel paddock, giocando sul cognome e perché è uno che non ama piacere a tutti i costi) che a Misano, nel GP di casa, ha centrato uno straordinario podio con una Ducati decisamente meno performante di quella ufficiale del vincitore Pecco Bagnaia.
Con Papà Emilio, 58 anni, abbiamo ripercorso il dietro le quinte di una domenica speciale.
Poche meritate gocce di champagne sono bastate per ripagare tanti anni di sacrifici?
E’ stata una gioia incontenibile che faccio ancora fatica ad esprimere e realizzare. Come tanti genitori anche noi abbiamo fatto tantissimi sacrifici per far correre nostro figlio, anche perché in pochissimi ci hanno aiutato.
Come ha avuto inizio questa bellissima favola?
In realtà né io né mia moglie nasciamo come appassionati, ma ricordo come fosse oggi, quel giorno in cui mi sono portato Enea con me in un negozio di scooter. Sono andato a prendere dei pezzi di ricambio e il bambino ha visto una minimoto. Non voleva più scendere. Così, per gioco, l’ho portato a Cattolica dove c’è una pista.
Come vive la tensione della gara?
Man mano che si avvicina la corsa, le farfalle nello stomaco si fanno sentire sempre di più, i battiti del cuore aumentano fino a 170, finché non mi irrigidisco completamente. Una vola partiti, stempero la tensione guardando il monitor dei tempi, mi concentro sugli intertempi e sui settori….
E sua moglie?
Quando siamo a casa si sfoga con il ferro da stiro. Ripassa tutti i panni.
Mai avuto paura?
Sappiamo che è uno sport pericoloso, ma penso che ognuno ha il suo destino.
Enea è il miglior esordiente della motoGP, qual è il regalo più bello che le ha fatto?
Tantissimi, in primis il podio di Misano, ma è stata bellissima una delle prime pole, conquistate ad Assen, una pista mitica. Quella volta mi regalò l’orologio che aveva vinto.
Cosa le ha detto Enea quando vi siete abbracciati sotto podio?
Ha urlato!! Un lunghissimo urlo liberatorio. È stato più eloquente di tante parole.
Infine, che pilota è Enea?
Non saprei dirlo. Sono amato nel paddock perché non faccio mai domande, non sono un tipo invadente.
Enea non assomiglia affatto ai ragazzi dell'Academy di Rossi, ma Carlo Pernat, il suo manager assicura che è un talento cristallino.
Da quando Enea è seguito da Pernat, come genitori siamo molto più tranquilli. Carlo ha una grandissima esperienza, ha lavorato con i migliori e ci piace tantissimo il suo metodo. Sin dall’inizio ci ha illustrato un percorso di crescita, fondamentale per non bruciare questi ragazzi. Siamo molto contenti e i frutti si vedono. Il podio di domenica non era per niente scontato. Non ce l’aspettavamo ma è il risultato di una crescita, di un adattamento progressivo alla moto.
Enea ha un contratto con Ducati fino al 2023. Il prossimo anno correrà con la Gresini Racing, team con cui aveva debuttato in Moto3, il target poi è una Rossa ufficiale, questo il percorso delineato da Pernat che Enea segue alla regola, usando la testa e andando “pianino”, come raccomanda mamma Antonella.