È salito lui sul podio di Monza con i suoi ragazzi. Lui che ha ereditato una scuderia storica, amatissima, ma tutta da ricostruire. Lui che ha creduto per primo nel giovanissimo Lando Norris e che, nonostante le difficoltà di un inizio di stagione più duro del previsto, non ha mai abbandonato Daniel Ricciardo, facendolo sentire parte di un team che è molto di più. La McLaren in questi anni si è trasformata in una vera e propria famiglia e i saluti dedicati a Carlos Sainz, alla fine del 2020, ne sono solo un esempio.
Una squadra che, senza lasciarsi demoralizzare delle sconfitte, ha lavorato sui propri progressi, ponendosi degli obbiettivi severi ma realizzabili, senza mai guardare i risultati degli avversari, diretti o meno.
E di questa crescita deve ringraziare anche, e soprattutto, lui: l'uomo che sul podio di Monza è stato costretto a bere dalla scarpa sudata di Daniel Ricciardo, vincitore incredulo. Zak Brown è la mente e il cuore di questa McLaren, un personaggio chiave per l'unione e la crescita del team. Ex pilota automobilistico e imprenditore statunitense, dal 2016 direttore esecutivo della McLaren e, dal 2018, amministratore delegato della McLaren Racing.
Un uomo che non si è fatto spaventare dalla sfida e ha raccolto una squadra che, nelle ultime due stagioni, ha fatto il salto in avanti più impensabile. Sembra un mondo lontano quello di Fernando Alonso alla guida di una McLaren mediocre, lentissima e inaffidabile, invece quei tempi duri per la scuderia inglese risalgono solo al periodo che va dal 2015 al 2018.
Brown si è preso le responsabilità di un leader che sa di poter sbagliare, come la scelta inizialmente inaspettata di passare a motorizzazione Mercedes, ma facendolo è riuscito a creare intorno a sé una squadra compatta, che a Monza festeggia la gioia di tutti, e non di uno. E' la vittoria, la doppietta, della McLaren, più che di Daniel Ricciardo e Lando Norris. E la presenza di Zak Brown sul podio lo dimostra: non Brown il boss, ma Zak l'uomo. Quello che nel mezzo dei festeggiamenti dell'australiano lo raggiunge con un telefono in mano e gli mostra qualcuno in videochiamata. Sono i genitori di Daniel che, per festeggiarlo, chiamano sul cellulare di Brown.
Un rivoluzionario gentile che non ha paura delle sconfitte e che farebbe bene a una Ferrari in cerca di redenzione. Una Rossa che promette il cambiamento, il prossimo anno, ma che nel frattempo naviga ancora in acque troppo movimentate. Mattia Binotto saprà chiudere la sua, di scalata al successo, con una monoposto in grado di competere per il mondiale del 2022? E se il progetto Ferrari non sarà all'altezza delle (altissime) aspettative che giustamente tutti gli appassionati hanno riposto nella prossima stagione, che cosa succederà alla squadra?
Domande che si inseguono mentre la McLaren, con questa doppietta sul suolo italiano, prende il largo dalla Rossa nella lotta al mondiale costruttori per il terzo posto.