Nell’Nfl c’è spazio per un solo re, solo un ambitissimo posto per diventare uomo di punta della lega. Lo sanno bene Pat Mahomes e Joe Burrow, rispettivamente i quarterback dei Chiefs e dei Bengals, che, ogni volta che scendono in campo, l’uno contro l’altro, regalano uno spettacolo senza precedenti. Due veterani affamati di vittoria, due titani che, nel rispetto reciproco, tentano di lasciare una significativa impronta in campo. Due stelle, cinque scontri, tanta storia da scrivere.
Sono poche infatti le rivalità che possono guadagnarsi l’appellativo di classico nel football moderno ed una menzione d’onore spetta proprio ai Chiefs e ad i Bengals che da alcuni anni a questa parte, si fronteggiano in match decisivi del campionato regalando emozione pura e sana rivalità. Le due squadre, entrambe distinte da un palmares ricco di successi, sono tra le più titaniche ed imponenti della lega, regalando partite che non deludono gli spettatori. Il match di domenica però, ha dato vita a qualcosa di inconsueto, con la vittoria per appena un punto dei Chiefs che ha lasciato con l’amaro in bocca gli stessi vincitori e con molte riflessioni.
La prima parte del match vede i Bengals che, dopo l’insuccesso della settimana passata, dominano il campo approfittando dei non pochi errori dei Chiefs che in difesa ma soprattutto in attacco, sembrano poco concentrati e coordinati tra loro. Mahomes non è nella sua forma migliore, Kelce delude (questa volta l’amuleto Swift non ha funzionato) e nonostante un piccolo vantaggio recuperato, Andrei Iosivas riporta i feriti Bengals in vantaggio. Tuttavia, gli sforzi dei Bengals vengono messi a repentaglio da una grave penalità nei confronti di Ja’Marr Chase: il ventiquattrenne, a seguito di uno scontro con l’avversario Trent McDuffie inveisce contro l’arbitro. Presumibilmente volano insulti e parole gravi da parte di Chase che, preso dall’emotività del momento, non si ferma nemmeno quando Burrow gli si para davanti per non aggravare la situazione già precaria del team. La penalità non si fa attendere: condotta antisportiva e linguaggio offensivo. Da quel momento, il match per i Bengals è in caduta libera. Nonostante il vantaggio mantenuto con non pochi sforzi, gli ultimi secondi sono decisivi. Un lancio sbagliato, un nuovo tentativo ed il Field goal di Harrison Butker diventa decisivo: i Chiefs vincono sfruttando le debolezze dell’avversario e mostrando ancora una volta perché sono i campioni in carica. Mahomes sente di non aver meritato a pieno quella vittoria e lo ammette. Ammette che quella non è la squadra di sempre, ammette che c’è del lavoro da fare. Un campione come lui non gioca con le probabilità ed in fondo sa che parte di quella vittoria è dovuta ad un maestoso colpo di fortuna.
Il post match è anche un susseguirsi di critiche sull’arbitraggio, sulle strategie ed il mea culpa dello sconfitto Burrow non si fa attendere. La definisce una delle sconfitte più frustranti; lui, che dopo un anno fuori dai giochi è in cerca di riscatto, lui che è stato dato più e più volte per spacciato, lui che nonostante la voglia di vincere e di conquistare la lega, resta sempre umile, imperscrutabile, consapevole dei tanti errori che potevano essere evitati. Il freddo Joe questa volta si tradisce: gli occhi sono delusi, la voce stanca a tal punto che le sue risposte sono laconiche e svogliate. Non l’inizio che aveva sperato. Ma il campionato è ancora lungo, gli equilibri possono ribaltarsi e questo match insegna tanto a tutti. Una masterclass tra potenze, la prima di molte altre.