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Ci sono un thailandese, un inglese e un portoghese… Fermi tutti: è la nuova SBK che ne cede uno alla MotoGP e se ne prende tre

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

30 settembre 2025

Ci sono un thailandese, un inglese e un portoghese… Fermi tutti: è la nuova SBK che ne cede uno alla MotoGP e se ne prende tre
Somkiat Chantra lascerà il Team LCR Honda e la MotoGP a fine stagione (per fare spazio a Diogo Moreira), ma non tornerà – come si era ipotizzato – in Moto2: Honda gli ha offerto la CBR ufficiale nel World SBK. Dividerà il box con un altro veterano della Moto2: Jake Dixon. E i due, tra le derivate di serie, ritroveranno anche Miguel Oliveira, che nel frattempo s’è accasato in BMW scambiando, di fatto, la sua Yamaha Pramac della MotoGP con la BMW campione del mondo (una o due volte?) di Toprak Razgatlioglu

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Le notizie palesi sono tre: Miguel Oliveira sarà un pilota BMW in Superbike, Somkiat Chantra sarà un pilota Honda in SBK e Jake Dixon sarà un pilota Honda sempre in Superbike. Anche le notizie dietro le notizie sono tre: BMW ha deciso di continuare a puntare in alto (probabilmente oltre il 2026) e Honda ha deciso di far cominciare anche tra le derivate di serie quella rivoluzione che, di fatto, ha già cominciato in MotoGP. E la terza? Eccola: il World SBK rischia di diventare un mondiale più mondiale del Motomondiale. Non per il livello di competitività, visto che è chiaro che non c’è paragone sia per quanto riguarda le moto che per quanto riguarda il talento dei piloti, ma proprio per nazioni rappresentate. Insomma: tirare dentro in un colpo solo un britannico (dopo l’addio di Rea), un portoghese e pure il primo thailandese della storia della SBK è pur sempre un colpaccio. Che aiuterà nella visibilità di un campionato oggi in cerca di spazi e di occasioni per far vedere al grande pubblico quanti contenuti ha. E pure che razza di piloti veloci, oltre che più personaggi (essendo molto più liberi rispetto ai rigidissimi protocolli della MotoGP).

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Sì, ok, la SBK perderà il suo campione: quel turco che va forte come un turco di Toprak Razgatlioglu, ma, soprattutto dopo la notizia di Miguel Oliveira in BMW, non è così scontato che il mondiale delle derivate di serie si trasformerà nel 2026 in un monologo di Nicolò Bulega e Ducati. Perché Oliveira, sfighe a parte che ne hanno condizionato la carriera, è uno che va forte veramente e perché BMW, investendo su di lui, ha probabilmente sciolto anche le riserve sulla scelta di restare ancora in Superbike oltre il 2026. Con Danilo Petrucci, attualmente terzo in classifica generale, e proprio Miguel Oliveira, sopra una moto che – soprattutto con Toprak – ha già ampiamente dimostrato di potersela giocare ogni fine settimana con le Panigale.

"Entrare a far parte della famiglia BMW nel Campionato Mondiale Superbike – ha detto Oliveira nel comunicato diffuso questa mattina da BMW - è un passo entusiasmante della mia carriera, in cui vedo un enorme potenziale. Sto entrando a far parte di un progetto che non è solo ambizioso e competitivo, ma che ha anche avuto un impatto significativo sia sul campionato che sull'industria motociclistica. Essere coinvolto in una nuova squadra, lavorare con partner forti e abbracciare un nuovo format di campionato mi dà una motivazione enorme per dare il massimo. Desidero ringraziare sinceramente il direttore tecnico Chris Gonschor, il team principal Shaun Muir e il signor Sven Blusch". Quel Blush che, nello stesso comunicato, si è anche un po’ sbilanciato circa il futuro. “Miguel ha dimostrato in modo impressionante nel corso della sua carriera di essere uno dei piloti più talentuosi e versatili della sua generazione – ha scritto – Ha vinto in tutte e tre le classi del Motomondiale e arriva portando una preziosa esperienza e un alto livello di professionalità al nostro progetto. Insieme a Danilo Petrucci, il suo nuovo compagno di squadra, formano una coppia di piloti forte e competitiva. Si conoscono già bene e questo ci darà l'opportunità di compiere i prossimi passi nel nostro sviluppo e rafforzare ulteriormente le ambizioni di BMW Motorrad Motorsport nel WorldSBK”.

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Ambizioni, quelle della casa tedesca, che sono sicuramente comuni a quelle di Honda, rimasta decisamente indietro nel motorsport a due ruote sia tra le derivate di serie che nel Motomondiale. In MotoGP la rivoluzione è già cominciata dopo l’addio dolorosissimo di Marc Marquez, mentre nel WorldSBK è adesso che la musica dovrà cambiare. Ripartendo da due piloti comunque giovani, ma con un gran bel bagaglio di esperienza e, perché no, pure passaporti che fanno gola: Jake Dixon, ormai veterano della Moto2, e Somkiat Chantra, che è reduce da un anno pesante in una MotoGP in cui l’hanno scaraventato troppo presto e per dinamiche legate più al business che allo sport. Il thailandese è in cerca di riscatto e Honda, dopo avergli preferito per la prossima stagione l’argentino Diogo Moreira nel Team LCR della MotoGP, ha deciso di scommettere comunque su di lui offrendogli la sella della CBR ufficiale in Superbike.

"Siamo lieti – dice il direttore generale Taichi Honda nel comunicato diffuso nelle scorse ore in cui viene annunciata la nuova coppia di piloti - di dare il benvenuto a Somkiat Chantra e Jake Dixon come piloti ufficiali del team Honda HRC WorldSBK dal 2026. Chantra, il primo pilota thailandese a vincere in Moto2 e a correre in MotoGP, compie ora un passo fondamentale diventando il primo pilota della sua terra natale a competere a tempo pieno nel WorldSBK. Dixon, plurivincitore della Moto2, ha dimostrato velocità e costanza. Insieme, il loro talento, la loro esperienza e il loro spirito agonistico saranno risorse preziose per rafforzare la nostra posizione nel campionato".

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