Il Giappone e la Spagna: Motegi e Aragon, robe dell’altro mondo dall’altra parte del mondo. Mentre Marc Marquez ha Motegi, con un secondo posto in scioltezza, ha conquistato il nono titolo mondiale e fatto esplodere la festa in casa Ducati e mentre Pecco Bagnaia, nella stessa Motegi, tornava sul gradino più alto del podio dopo aver dominato per un week end intero e essere passato sotto la bandiera a scacchi con una moto che fumava ovunque e sputava olio, dall’altra parte del mondo, a Aragon, Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu se le sono date come due animali. E per due giorni di fila tra Gara 1, Superpole Race e Gara 2. Lo diciamo subito: ci sarebbe piaciuto raccontarvi quante volte si sono sorpassati, ma abbiamo perso il conto già ieri in Gara1, con l’italiano e il turco che hanno dato vita a uno spettacolo che – se la SBK non fosse sotto la nuvola nera della non considerazione – andrebbe fatto rivedere in loop in ogni scuola per aspiranti piloti. Strategia, muscoli, nervi: non è mancato niente davvero. E adesso i punti di distacco tra i due che fanno un altro mestiere sono 36, con due round al termine di una stagione che avrebbe sicuramente meritato ben altri racconti, ben altri paginoni, ben altri approfondimenti sulla personalità di due ragazzi che hanno una fame bestiale e storie personali potenti.

Il racconto, fregandosene della cronologia, lo apre Gara 2 con quel senso di déjà-vu che però stordisce: davanti a tutti Nicolò Bulega, solido come un monumento alla tigna e dietro Toprak Razgatlioglu, sempre lì a mordere le caviglie e a punzecchiare per ricordare all’avversario, e a tutti, che in MotoGP ci vuole andare da campione del mondo . Al settimo giro, dopo una ventina di sorpassi, il turco sbaglia la sette e perde quei metri che l’italiano trasforma immediatamente in baratro. Per Bulega è la prima vittoria in gara lunga a Aragon — la decima stagionale — dopo aver già messo il sigillo sulla Superpole Race, anticipando sempre il turco all’ultima curva con una entrata da matto vero.
Sia in Gara2 che in Superpole, i due hanno fatto il vuoto dietro di sé – come sempre in questa stagione - lasciando Bautista a fare da terzo incomodo. Gara 1, invece, il giorno prima aveva riconsegnato la vittoria a Razgatlioglu: tredicesimo successo consecutivo con tanto di rimonta di nervi e difese all’ultimo respiro e arrivo al fotofinish. Insomma, tra sabato e domenica lo spettacolo è stato di quelli sconsigliati ai cuori fragili. E la rivalità tra i due che fanno un altro mestiere è cresciuta di intensità fino a far sembrare spettatori di un duello privato tutti gli altri. Botte di adrenalina, traiettorie inventate sull’istante, freni a cui è stato chiesto ogni sacrificio. E, manco a dirlo, mondiale ancora apertissimo, visto che quando si sta così al limite può scapparci sempre l’erroraccio. Restano due piste, molti punti in palio e la certezza che, se vi piacciono i duelli veri con le moto “umane”, Aragon vi ha appena dato una anticipazione su cosa guardare adesso che la MotoGP ha emesso il suo verdetto. Ma, date retta, fate prima una visitina dal vostro cardiologo, perché c’è da restarci secchi se Bulega e Razgatlioglu continueranno così anche nelle prossime, e ultime, due gare.
Chi, invece, il cardiologo può anche mandarlo in ferie in questa Superbike sono quelli di Barni. La squadra italiana già in gara 1 a Aragon, grazie al solito risultato solido di Danilo Petrucci, ha conquistato matematicamente il titolo di campioni del mondo tra gli indipendenti. Adesso, con un obiettivo già raggiunto, resta solo un ultimo sforzo per aiutare Danilo Petrucci a conquistare il terzo posto, che poi è quello di primo degli umani, nella classifica generale di questa sottovalutata e invece pazzesca SBK 2025.