Nel correttissimo e sportivamente impeccabile finale di campionato di Barcellona c'è comunque stata una polemica. È passata leggermente inosservata perché non ha coinvolto i protagonisti della lotta al titolo mondiale, ma Enea Bastianini e Aleix Espargaró dopo la gara del Montmeló non si sono risparmiati l'uno nei confronti dell'altro. Toni decisamente civili, opinioni opposte, con il Capitano che ha concluso la carriera da pilota titolare della MotoGP a modo suo: dando tutto in pista ed esprimendosi senza sconti nelle interviste a caldo.
Ad imbeccare Aleix questa volta è stato Enea che, su domanda di un giornalista circa la condotta di gara dello spagnolo nei suoi confronti, ha manifestato il suo pensiero in maniera netta: "Secondo me il suo comportamento non gli rende onore, perché era la sua ultima gara e avrebbe magari potuto ottenere un risultato migliore. Magari sarebbe potuto salire sul podio, o forse io me la sarei potuta giocare fino all’ultimo con lui e Jorge. Invece, ha preferito portare avanti la sua amicizia con Martin. Ci può stare, ma ha comunque rovinato la gara di altri piloti. Credo che certe cose non debbano succedere in questo ambiente”. Bastianini fa riferimento alle primissime fasi di gara, in cui Aleix in almeno quattro occasioni ha risposto con una sana dose di aggressività agli attacchi della Ducati rossa numero 23. In quel momento, davanti ai due litiganti, in terza posizione, c'era la Desmosedici Pramac di Jorge Martín, che ha beneficiato della battaglia alle sue spalle per prendersi una manciata di decimi di vantaggio ed assicurarsi il podio. La Bestia ha contestato le scelta strategica di Espargaró, che forse in un'altra situazione non si sarebbe dilungato con altrettanta determinazione in una lotta per il quarto posto, con ancora due terzi di gara da percorrere.
Tuttavia in Aleix, oggi, c'era la consapevolezza di poter fare un po' come voleva, che tanto sarebbe comunque stata l'utlima gara in carriera, sotto gli occhi della sua gente. Davanti a lui, oltretutto, c'era Jorge Martín, che Espargaró chiama "fratellino", come se fosse insito - nel rapporto che ha instaurato con il nuovo campione del mondo della top class - il dovere di proteggerlo. Un concetto che il Capitano ha palesato prima in pIsta e, poi, nell'incontro con la stampa, dove ha replicato all'affondo di Bastianini: "Mi hanno detto che Enea pensa che non sia bello chiudere una carriera senza lottare per il podio e l’unica cosa che posso rispondere è che non credo sia corretto dire delle cose del genere. Mi aspettavo che lui arrivasse all’ultimo giro per duellare, invece era tre secondi dietro di me con una Ducati ufficiale. Quindi, non so a cosa si stesse riferendo. Alex Marquez ha fatto una gara incredibile e mi ha battuto, mentre Enea non ci è riuscito. Ho fatto il massimo, ho guidato oltre il limite e sono stato l’unico a mettere un’altra moto in mezzo alle Ducati".
Aleix che, in ogni caso, non ha nascosto di aver aiutato Martín: "Sono comunque molto felice di aver aiutato Jorge a proteggere la sua posizione. Ne avevamo parlato un po’ prima della gara; sapevamo che tutte le Ducati sarebbero state contro di lui, come era normale che fosse per mantenere il titolo in casa. Sentivo di essere l’unico che poteva proteggere il mio fratellino e fargli vincere il titolo. Ho pianto in griglia, e sono molto orgoglioso di essere riuscito a riprendermi allo spegnimento dei semafori e a concentrarmi sulla gara. Quando sono transitato sotto alla bandiera a scacchi ho iniziato a piangere, non vedevo nulla, mi sono fermato accanto a Jorge che ha iniziato a ripetermi: ‘Ce l’abbiamo fatta! È anche tuo!’. Sono molto grato, perché lui è cresciuto insieme a me e mi ha reso molto felice vederlo diventare Campione del Mondo rendendomi partecipe".