Jorge Martín è il Campione del Mondo 2024 della MotoGP. All’ultima gara, per 10 punti e sul numero 1, con una squadra indipendente. “Sono sotto choc, non so cosa dire, ho pianto tanto”. Jorge comincia così a parlare, da solo, mentre Francesco Bagnaia e Marc Marquez, sul podio con lui, lasciano il palco della conferenze stampa nelle mani di Jorge Martín, assieme a tutto ciò per cui hanno corso quest’anno. Ora Jorge è solo, ma non come durante la gara passata tra Marc Marquez e Aleix Espargarò, eppure parla degli occhi di suo nonno che lo guardano dall’alto. Parla della paura, ci torna spesso sopra, parla di come sia cambiato il suo approccio. Dice “Nessuno in questa stanza pensava che in Ducati mi avrebbero lasciato vincere il titolo”, perché non era scontato che a Borgo Panigale decidessero di aiutarlo.
Jorge è un fiume in piena, dice cose grandi. Sul numero uno: “Tu che dici?”. E poi: “No, la verità è che non voglio pensarci, voglio solo godermela”. E ancora: “A gennaio ho sofferto mentalmente, avevo paura che non sarei mai stato campione in MotoGP. Avevo più paura di perdere che speranza di vincere, ho cambiato mentalità e questo mi ha aiutato molto”. Bello, poi, quando racconta di aver smesso di guardare quel piccolo monumento su cui metterà il nome: “Quest’anno non ho mai guardato il trofeo, ma sapevo che l’avrei potuto vincere”.
Per un momento torniamo a Misano 2022, quando Ducati convoca una conferenza stampa straordinaria per comunicare il pilota che affiancherà Pecco Bagnaia nel team ufficiale: viene scelto Enea Bastianini, Jorge Martín deve rimanere nel Team Pramac. Lui scrive faremo la storia, poi dice che sarà il primo pilota della MotoGP a vincere un titolo mondiale con un team indipendente. Quasi nessuno gli crede e fino in fondo non ci crede nemmeno lui, che prima dell’inizio di questa stagione era convinto di non riuscire a farcela. “Il 2022 è stato duro, venivo da un 2022 in cui mi dicevano che sarei stato il futuro, la star. Poi è diventata dura, la moto non funzionava perfettamente e il motore… soffrivo. Ducati cambiò all’ultimo momento, ma è vero: sono diventato un pilota migliore. Ma non volevo fare la storia per provare a Ducati che si erano sbagliati, volevo farlo per me stesso. Volevo vincere per Pramac che lo meritava. Magari in un Team Factory non ci sarei riuscito, come è successo a Enea, non lo so. Forse non era il mio posto, la vita è così e sono contento di averlo vinto con Pramac, è il miglior posto in cui farlo e lo meritano”
Ancora, senza sosta: “Oggi è stata dura, ero spaventato, avevo paura. Ho scelto la gomma più conservativa… e ce l’ho fatta, mi sono fidato di me stesso e tenuto alta la concentrazione per tutta la gara. A sette giri alla fine e stato difficile, tutta la mia carriera mi è passata davanti agli occhi. La mia famiglia, mia nonna, mio nonno che ci guada dal cielo. La mia carriera non facile, ho avuto opportunità ma le ho costruite, nel 2023 ho avuto una chance ma non ero pronto”.
Jorge è gigantesco sempre, per tutto il tempo, anche quando gli chiediamo di Bagnaia: “Pecco è una persona incredibile, nel paddock credo che… credo che sia da ammirare il rispetto che abbiamo l’uno per l’altro. E mi ha reso migliore ogni giorno, ha portato a casa 11 vittorie ed è andato così forte… mi ha portato al mio limite e spero che sia stato così anche per lui, di averlo portato lì. È una bella storia, abbiamo condiviso la casa, eravamo bambini e ora siamo grandi”.
È una purezza che ti trascina, quella di Jorge Martín. Perché certo, il titolo lo meritavano entrambi e si può essere tristi, ma la verità è che è così da due stagioni e che, di fatto, entrambi l'hanno vinto. Prima uno, poi l'altro, entrambi primi. Ora un'altra corsa.