In mezzo ci si è messo Marc Marquez, ma senza dare fastidio a uno e nemmeno all’altro. Lasciando che i protagonisti restassero loro due: Martin e Bagnaia, Jorge e Pecco. Chi ha vinto? Lo sport. Perché non è successo niente di ciò che i complottisti di mezzo mondo avevano provato a ipotizzare, con Ducati che ha mantenuto la promessa di fare il meglio per entrambi e poi mettersi alla finestra a vedere come sarebbe andata a finire.
E' andata a finire come in fondo si poteva immaginare: con Pecco Bagnaia che va a vincere di prepotenza, e forse anche un po’ di rabbia, l’undicesimo GP di stagione e Jorge Martin che si tiene lontano dai guai, conquistando comunque un podio che vale il sogno di una vita. E, poi, con un abbraccio che dice tutto, ma tutto davvero, di cosa hanno saputo scrivere due ragazzi senza ricorrere a veleno, presunti calci e giochini che alla fine sono stati solo nella testa di chi li avrebbe voluti.
Il compito, però, adesso è raccontare. E il racconto del GP di Barcellona ha comunque storie da offrire. Al di là di Pecco Bagnaia che ha centrato una partenza perfetta e s’è messo davanti dalla prima all’ultima curva, tenendo anche a bada Marc Marquez che provava a farglisi sotto e gestendo contestualmente la gomma morbida che aveva scelto di montare nonostante il rischio di non arrivare al traguardo. C’è arrivato sicuramente con un bel po’ di amarezza, ma anche con un distacco importante proprio da quel Marc Marquez con cui dovrà condividere il box l’anno prossimo nel Team Ducati Lenovo. Quello stesso Marc Marquez che oggi s’è messo terzo dopo la prima curva e poi ha aspettato a attaccare Jorge Martin fino al momento in cui non è stato certo di non combinare danni, staccandolo in poco più di un giro.
A mettere un po’ di vivacità in più ci ha pensato, nei primi passaggi, Enea Bastianini, che però s’è ritrovato a fare i conti con un Aleix Espargarò che prima gli si è messo davanti e poi gli ha chiuso tutte le porte, fino a farlo scivolare dietro, probabilmente alle prese con la pressione della gomma che saliva. Espargarò l’aveva anche detto: farò tutto quello che potrò per aiutare Jorge. E l’ha fatto, ma come lo fanno gli sportivi e senza mosse stucchevoli: semplicemente arrivandogli dietro e tenendo a freno chi avrebbe potuto attaccarlo. Chiudendo la carriera con un quinto posto (sul finale ha dovuto cedere agli attacchi di Alex Marquez) e un pilota che è una via di mezzo tra un figlio e un fratello sul tetto del mondo, con una Aprilia che ancora una volta è stata l’unica moto in grado di mettersi in mezzo alle Ducati. E facendo anche un regalo, involontariamente, a Marc Marquez, che ha così potuto chiudere la stagione al terzo posto in classifica generale senza correre il rischio di doversi giocare tutto all’ultima curva con Enea Bastianini.
Proprio Enea Bastianini ha dovuto arrendersi anche a Brad Binder (sesto), mentre chiudono la top ten Franco Morbidelli, Marco Bezzecchi e Pedro Acosta. E’ l’ultima classifica di una stagione che avrà anche visto una sola moto in pista, la Ducati Desmosedici, ma che ha regalato emozioni incredibili e ha raccontato come anche uno sport che ha cuore e polso destro come attori principali possa evolversi verso una rivalità che è feroce, ma riesce a sostanziarsi in abbracci.