Ok, Barcellona 2024 sta regalando botte di goduria in dosi molto più massicce della valanga che immaginavamo già. Pecco Bagnaia e Jorge Martin che se le danno come due a cui non fa male mai e che promettono di arrivare all’ultimissima curva dell’ultimissimo GP, le Ducati che volano, Enea Bastianini e Marc Marquez che si giocano un terzo posto come fosse un titolo e tutto quello che s’è visto in pista. Però una delle fortune di MOW è che da sempre ci vanno negli occhi le emozioni, anzi le eMOWzioni e se da una parte è vero che il tempo per raccontare le piccole storie che hanno fatto da contorno al gran finale non è tecnicamente questo, dall’altra non ce la facciamo proprio a aspettare come da dettami canonici dei bravi giornalisti.
Scusate, ma siamo eMOWtivi e quindi fanc*lo la cronaca: uno dei pezzi del giorno ce lo giochiamo raccontando di Marco Bezzecchi, del saluto al Team VR46 contenuto in un casco che poi ha dovuto contenere pure un mare di emozioni e probabilmente pure qualche lacrima e, soprattutto, di un rapporto speciale che racconta come anche due professionisti che hanno raggiunto il massimo sanno essere prima di tutto due ragazzi. Che si vogliono un gran bene. Che si saranno magari anche scannati. Ma che non ce la fanno neanche solo a immaginare come sarà tra 48 a stare lontani. Senza, però, essere dispiaciuti l’uno per l’altra.
Attenzione, non c’entrano niente le storielle d’amore, i gossip goliardici e cose così: è di amicizia autentica che parliamo. Roba fraterna più di quanto riesce a essere il sangue. Quella tra Marco Bezzecchi e Laura Beretta, al secolo “la Lalla”. Uno il pilota romagnolo con l’anima da patacca, l’altra l’addetta stampa (o chiamatela come volete) lombarda con il culto della serietà e del lavoro chiamata a fargli da ombra, magari anche da scudo e, quando è servito, pure a evitargli, appunto, pataccate che rischiassero di risultare un po’ troppo oltre. Qualcuno le chiama “figure di riferimento”, “persone che si sono aiutate a crescere”, “rapporti professionali che hanno sconfinato nell’umanità”. A noi viene da chiamarli legami potenti. Di quei legami che anche in questo lungo addio di un intero fine settimana sanno avere le forme di sereni e meravigliosi sorrisi e, contestualmente, di occhi che sembrano aver appena pianto. Probabilmente sì, soprattutto quelli della Lalla hanno pianto spesso in queste ore. Mentre quelli del Bez adesso stanno puntati sulla pista, con il 72 che l’ha pure ammesso. “Ho voluto presentare il casco con la dedica alla squadra subito e fare tutti i saluti e quello che dovevo fare prima di salire in moto, proprio per stare sulla gara senza pensare che tra pochi giorni cambierà tutto – ha raccontato Bezzecchi nel media scrum del sabato di Barcellona - La mia dedica per la Lalla? Ti amo”. La risposta di Laura Beretta? “Tutto vero! Come te! Ti voglio bene” . ha scritto nelle sue storie su Instagram.
Due parole, “ti amo”, tre parole, “ti voglio bene”, in ogni caso le più magiche che esistono soprattutto quando sono declinate al legame fraterno che è nato da un legame che invece doveva essere solo professionale in quel 2019 in cui è cominciato tutto. E che invece s’è trasformato, oltre che in intensità tra due professionisti/ragazzi, anche nell’esempio di quanto una squadra – e davvero la retorica non c’entra niente – abbia saputo essere famiglia. Una famiglia a cui Bezzecchi ha voluto dire “grazie per tutto” in un casco speciale in cui ha lasciato uno spazio bianco su cui proprio ogni pezzo di quella famiglia ha aggiunto qualcosa: come qualcosa che viene con te anche nel momento in cui sei solo contro tutti, come pezzi che ti porti via da ognuno in quel pezzo speciale dell’anima che gli ha riservato per sempre. Una famiglia che ti culla, ti sprona, ti aiuta a crescere e c’è sempre, anche quando viene il tempo di seguire strade differenti, come le seguiranno il Bez e la Lalla, come le seguiranno il Bez e tutta la VR46 a cui deve tutto, prima di andare a costruire da solo l’altro pezzo di storia della sua storia.
Il resto? Il resto è solo cronaca di una Sprint in pista. Ma che fa parte del quotidiano anche adesso che si è arrivati all’ultima. Con Bezzecchi che ha agganciato il treno dei migliori e che adesso insegue il decimo posto in classifica generale. “Fare decimo è sempre meglio di undicesimo – ha scherzato – ma certo speravo in meglio. Oggi? Oggi è andata bene, non è stata bellissima ma abbastanza buona, anche se quando ho agganciato Marquez, Morbidelli e Espargarò ho perso un po’ di tempo con Fabio Quartararo e non ho potuto giocarmela fino in fondo. Mancavano due giri, mi sono di nuovo rifatto sotto ma non mi è bastato per sorpassarli, magari avrei fatto comunque ottavo, però battagliando. Domani? Domani vedremo come sto, sarà importante mettersi nella migliore posizione possibile per la staccata della prima curva”.