Sembra passata un'era geologica da quando i piloti cercavano di evitare di salire in sella a una Ducati. Soprattutto dopo l'esperienza negativa di Valentino Rossi scegliere la rossa di Borgo Panigale sembrava una sorta di suicidio. Poi le cose sono migliorate con l'arrivo di Gigi Dall'Igna e Andrea Dovizioso (secondo nel 2019) fino all'"era" Bagnaia (secondo nel 2021, primo nel '22 e '23) e alla situazione attuale in cui sembra che non bastino otto moto in griglia per accontentare tutti. La più ambita, ovviamente, è "l'ultima versione", quella più aggiornata e, a dirla tutta, quella del team ufficiale. Ed ecco qui la crisi, dal greco: krisis scelta, da krino distinguere. "Happy problem" direbbero gli inglesi, perché a Borgo Panigale ora ci sono tre piloti di primissimo piano che vogliono affiancare l'attuale campione del mondo che, come è giusto che sia, ha "blindato" la sua permanenza in Ducati a inizio stagione. Raggiunto dai microfoni di Sky Claudio Domenicali, AD di Ducati, non si è sbottonato molto, anzi, per niente. Ha ribadito che quella che li attende è una scelta "complicata, ma siamo fiduciosi di riuscire a trovare un buon equilibrio”.
Già, perché il problema non è "solo" quello di portarsi in casa il pilota più veloce, occorre tenere conto degli equilibri all'interno del team, del rapporto con i team satellite (Pramac in testa), dell'aspetto economico… insomma, la "gara" tra Enea Bastianini, Jorge Martin e Marc Marquez non si giocherà solo guardando i tempi sul giro.
“Diversi ragionamenti sono stato fatti - sottolinea Domenicali - non è una scelta facile per niente, perché i tre candidati sono tutti di altissimo livello e stanno facendo probabilmente le cose migliori mai fatte vedere. Enea stamattina è primo (warm up di Barcellona, ndr) in Francia è arrivato a 2 secondi dal vincitore pur avendo fatto un long lap penalty di 3 secondi. Di solito lo si considera un po’ fuori dai giochi, invece sta facendo molto bene”.
Senza dimenticare che l'attuale compagno di Pecco è primo nella classifica "equilibrio", ma gli altri due stanno facendo vedere cose egregie: “Jorge è probabilmente nel momento migliore della sua carriera e Marc è Marc. È una scelta complicata, stiamo cercando di mettere assieme tutti i pezzettini. Dall’altra parte ho vissuto dei momenti in azienda in cui era complicato trovare un pilota forte che voleva correre per noi”.
La "deadline" del Mugello sembra non essere più così vincolante, è vero che il mercato piloti è in una fase di stallo perché tutti aspettano di vedere cosa sceglierà Ducati, ma a Borgo Panigale sembra che abbiano deciso di poter aspettare ancora un po'. E poi c'è la questione "tifosi", che a seconda dei casi spingono in una direzione piuttosto che l'altra. Senza dubbio in Italia non sarebbe troppo apprezzato un Marquez per la nona volta campione del mondo in sella a una Ducati, ma non può certo essere questo il criterio principale per una casa motociclistica. Viene da dire che, qualunque sarà la scelta, sarà giusta e sbagliata allo stesso tempo: “Il bello dello sport è anche che divide, ci sono tifosi dell’una e dell’altra parte. A me arrivano messaggi di chi dice che è evidente fare una scelta, e altrettanti dicono che è evidente farne un’altra. Però è il bello dello sport, dei tifosi. Va bene così, noi siamo qui perché ci piace, perché siamo appassionati di gare, per i nostri tifosi. Siamo qui per generare spettacolo. Cerchiamo di fare una scelta ponderata e mettere insieme un po’ tutto”.