Fabrizio De Andrè ci ha scritto una canzone intera. Anzi, probabilmente ha mascherato da canzone una delle più belle poesie del secolo scorso. Si intitola “Canzone per l’estate” e con l’assillante domanda “com’è che non riesci più a volare” spiega quel senso lì che arriva nella vita di tutti quando non è più estate e si fanno i conti con una consapevolezza: il tempo che resta sarà quello meno vivace. Finendo quasi per ricercarne le colpe fuori, nelle cose che non vanno, in quelle che avrebbero potuto essere migliori o nelle condizioni che non sono ideali per continuare a essere giovani e contenti. Solo che è solo la legge del tempo e l’unica scappatoia diventa la consapevolezza. La consapevolezza che può essere bello lo stesso. La consapevolezza che impegno e fatica non invecchiano, anche se col tempo si fanno trovare un po’ di meno. La consapevolezza che, quando si è appunto consapevoli, si ha qualcosa in più persino dei giovani: conoscere i propri limiti.
Il novello De Andrè della MotoGP è Marc Marquez. Ok, il paragone è forte e probabilmente non sta neanche in piedi. Però è quello che è venuto da pensare ieri, ascoltando le parole con cui l’otto volte campione del mondo ha commentato la prima giornata di test in Qatar, all’indomani del suo trentunesimo compleanno. “Ho potuto sperimentare tutto quello che uno sportivo può sperimentare – ha detto in una sorta di introspezione a voce alta - Ho potuto sperimentare la gioia, i successi, la pressione, il divertimento... anche il lato difficile dello sport, che sono gli infortuni, le cose che non vanno per il verso giusto, prendere decisioni difficili. Ho capito che sono umano ma questo non significa che non provo la stessa eccitazione. Ho le stesse motivazioni e, soprattutto, quella voglia di fare cose come quando avevo 20 anni. È anche bello avere quell'innocenza. E’ consapevole, quindi, del tempo che è passato e è perfettamente al corrente di quello che il suo corpo non può più permettergli: “I medici mi hanno sempre detto che non sarei tornato meglio di prima, ma al massimo come prima”.
Limiti riconosciuti, come un adulto, e voglia di superarli, come un ragazzino. Per smettere di chiedersi “com’è che non riesco più a volare” e mettersi a lavorare, piuttosto, per volare ancora, questa volta con in più la consapevolezza. Intesa come valore. “Io stesso mi chiedo quale è il mio livello oggi – ha ammesso nella sala stampa di Losail – Ho fatto la scelta che ho fatto proprio per capire le stesse cose che i tifosi vorrebbero capire. Mi rendo conto che c’è tanto interesse, ma cerco di non lasciarmi condizionare da tutto quello che succede fuori. Voglio solo lavorare con la mia nuova squadra, sulla mia nuova moto. Insisterò con questa Ducati per capirla e interpretarla al meglio”. La nuova squadra, che poi è una famiglia, lo sta aiutando in tutto e il clima che si respira in quel box sarebbe introvabile altrove. “Mi hanno organizzato una festa di compleanno e al ristorante mi è arrivata pure una torta in faccia – ha raccontato Marquez – Qualcosa di simile me l’aspettavo, ma non pensavo lo facessero proprio al ristorante. Invece ho scoperto che in Gresini non c’è compleanno che non va a finire così e che prima o poi tocca a tutti”.
Piccoli momenti di rara umanità che probabilmente serviranno nella costruzione di un futuro che non può essere troppo lontano, ma dal quale Marc Marquez vuole tenere distante una parola che gli è costata cara in passato: fretta. Ecco perché anche ieri non ha rischiato più del dovuto per un time attack che sarebbe servito a ben poco se non a una gloria di poche ore. E ecco perché, anche nelle dichiarazioni alla fine del Day1 di Losail, il pilota di Cervera è tornato a chiedere tempo. "Capisco le aspettative dei tifosi, credono in me, ma bisogna considerare la realtà. E la realtà è che vengo da quattro anni molto difficili e devo ritrovare fiducia: guidare la moto nel migliore dei modi, con calma e cercando di capirla, perché ci vuole tempo. Già oggi mi sono trovato molto meglio. Sono umano e gli anni passano: i giovani arrivano e sono veloci. Ogni atleta ha il suo momento e, passo dopo passo, bisogna capire come adattarsi alla situazione. Sarà una stagione difficile e l’aspettativa non è vincere il titolo in questo momento: ci sono due o tre ragazzi che riescono a far andare veramente forte la Desmosedici e adesso è da loro che devo capire. Se l'obiettivo è provare a vincere, sarà una grande frustrazione”.