Si è parlato tanto e, come al solito, si è finiti col parlare troppo. E, purtroppo, anche a sproposito, dopo il tremendo incidente in Moto3 a Sepang che ha fatto calare il gelo sulla domenica della Malesia e che ha raccontato come persino un dramma così, che ha coinvolto due ragazzini di diciannove anni, possa trasformarsi in motivo di polemiche, lotte interne e divisioni tra fazioni. Anche ieri, in seguito a una intervista rilasciata dal dottor Angel Charte, il medico della MotoGP, ci si è interrogati su quanto fossero opportune le sue parole, con tanto di qualche dettaglio in più rivelato sulle condizioni in particolare di Dettwiler, nonostante la famiglia del pilota svizzero avesse chiesto assoluta riservatezza. Una cosa va detta: il dottor Charte non sarà il dottor Costa e non avrà quella poetica, è vero, ma non è uno che c’entra qualcosa con le dinamiche fredde e il cinismo della nuova MotoGP in cui a contare è sempre lo spettacolo e quasi mai l’umanità. Se ha detto qualcosa è stato pensando di fare il bene. E ha, semmai, probabilmente senza volerlo, messo ancora una volta in luce quanto – mentre ci si occupa di documentari fuori tempo e pure un po’ fuori luogo e di pass da dare ai cani dei piloti – sia tutto ancora dannatamente scollegato in un Motomondiale che dovrebbe mettere a posto, prima di tutto, le cose che contano davvero. Tipo come comportarsi e cosa fare quando ci sono incidenti gravi in merito alla comunicazione sia verso l’esterno, sia tra gli stessi protagonisti del paddock.
Questioni da affrontare, regole da darsi con dibattiti e supposizioni che, invece, possono aspettare. Anzi, che avrebbero il dovere di aspettare le comunicazioni ufficiali proprio seguendo il principio che, a volte e soprattutto in certi casi, “aspettare” è pure sinonimo di “rispettare”. Ecco, quel tempo di attesa adesso è parzialmente consumato e finalmente c’è davvero qualcosa da dire: anche Noah Dettwiler sta un pochino meglio. E è una gran notizia, quella che mette di sicuro d’accordo tutti, pur nella consapevolezza che nelle condizioni disperate in cui si trovava il pilotino svizzero, “pochino meglio” è qualcosa che ha un significato ancora molto distante dallo sperato “sta bene”. “Secondo i medici – fanno ufficialmente sapere dal Team CIP Green Power - le condizioni di Noah sono ora stabili e non più critiche. Continuerà a essere monitorato attentamente in terapia intensiva. Grazie a tutti per il vostro continuo supporto e la vostra gentilezza".
Significa che servirà cautela, ma che tutto è meno buio rispetto a qualche ora prima. Ci vorrà tempo, probabilmente tanto tempo, ma il pilotino svizzero sta dimostrando il guerriero che è. La pasta di cui sono fatti i piloti. E basta così per ora, senza aggiungere altro, anche se quelle parole diffuse dalla squadra sono poche per tutti quegli appassionati che invece vorrebbero sentirsi dire di più.
Qualcosa di più che, invece, hanno detto su sponda KTM. Ma non perché sono più bravi a comunicare, ma semplicemente perché lì quella fase che ti lascia strozzata in gola ogni parola e che ti paralizza le mani per scrivere qualsiasi aggiornamento, l’hanno fortunatamente passata già dalla serata di domenica. “Dopo aver ripetuto tutti i test effettuati domenica scorsa – scrivono da KTM Ajo - possiamo confermare che le condizioni del pilota spagnolo continuano a migliorare. Vogliamo cogliere l'occasione per augurare a José Antonio un felice compleanno. Speriamo di poter festeggiare presto con lui”.
Ieri, infatti, il campione del mondo della Moto3 2025 è stato trasferito in un ospedale privato per proseguire la convalescenza e per un monitoraggio più attento delle contusioni polmonari, che comunque stanno guarendo bene. “I medici – concludono dal suo team - ritengono che potrà tornare in Spagna per sottoporsi a un intervento chirurgico alla mano destra a Barcellona nei prossimi giorni. L'intero team Red Bull KTM Ajo desidera inoltre inviare tutta la sua forza a Noah Dettwiler, così come alla sua famiglia e ai suoi amici, durante la sua convalescenza. Speriamo di rivedervi presto".