Un fidanzamento (combinato) che dura pochi mesi prima di trasformarsi in una promessa di matrimonio, l’organizzazione dettagliata che diventa un vero e proprio contratto e poi, a pochi giorni dal momento della cerimonia, la scoperta che la chiesa (o la sala del municipio) non è più disponibile. E’ quello che è successo a Valentino Rossi e Petronas che prima sono stati quasi “costretti” a fidanzarsi, poi, dopo settimane di tira e molla, hanno convenuto che il matrimonio si poteva anche fare dopo aver scoperto che in fondo si piacevano e che, ora, si ritrovano con il grande giorno, quello della presentazione ufficiale, rimasto senza teatro. Perché Petronas è un team malese e perché la Malesia, come è noto, doveva essere il luogo che avrebbe ospitato i primi test invernali della MotoGP.
Il posto perfetto e l’occasione altrettanto perfetta per Razlan Razali e Valentino Rossi per stringersi ancora la mano, questa volta non per una promessa o un contratto, ma per fare ufficialmente famiglia. Invece ci si è messo di mezzo il Covid19, con la Malesia che è al momento sotto scacco a causa di una incredibile impennata di contagi che ha costretto Dorna, Irta e FIM a cancellare l’appuntamento con i test di febbraio.
Certo, il matrimonio si farà lo stesso. Ma non sarà lo stesso. Anche solo dal punto di vista del marketing, con Petronas che si ritrova a perdere la grandissima occasione di presentare uno dei più grandi piloti di tutti i tempi davanti ai suoi connazionali e lì dove risiede l’azienda. Il clamore mediatico ci sarà, su questo non ci sono dubbi, ma i piani, ormai, sono scombussolati. E per i più scaramantici potrebbe non essere affatto un bel segnale.
Difficile, al momento, capire se e come il team sceglierà di presentarsi e di presentare i suoi due piloti italiani, Valentino Rossi e Franco Morbidelli, ma l’impressione è che alla fine, proprio come stanno facendo altri team come l’ufficiale Yamaha e quello Ducati, si virerà su un evento online. Anche perché non è più così scontato che i primi test si faranno in Europa come si era creduto fino a ieri. E’ vero, infatti, che Dorna, Irta e FIM hanno sondato il terreno per capire la disponibilità dei circuiti di Jerez e di Portimao ed è vero anche che quella disponibilità c’è stata, ma il problema enorme con cui si deve fare i conti adesso è di natura logistica. Molte attrezzature erano state già spedite in Malesia da parte delle case costruttrici ed i costi per rispedirle in Europa per poi inviarle in Qatar in vista dei test di marzo sarebbero insostenibili quasi per tutti. Da qui la notizia, anticipata da Paddock-GP nella giornata di oggi, secondo cui i test si svolgeranno solo in Qatar. Non più su tre sole giornate, ma su sei, anticipando il tutto alla prima settimana di marzo, per poi replicare una decina di giorni dopo e disputare il primo gran premio (sempre in Qatar) il 28 marzo. Una soluzione, questa, che al momento sembra l’unica percorribile, anche se team e piloti non vedono molto di buon occhio la possibilità di testare le nuove moto su un solo circuito prima dell’inizio del mondiale.