La rissa tra Francia e Argentina dimostra una volta di più che il calcio non c’entra nulla con le Olimpiadi: sostituiamolo col calciobalilla (o calcio balilla, o, per chi anche in questo ci vede del fascismo, biliardino o calcetto) che ti fa venire le mani grosse e che ti impedisce di usarle per tirare pugni e fare gestacci. Al limite si urla, ma dopo si finisce al bancone del bar e mal che vada ci si sbronza. E siccome alcune persone sono più simpatiche da ubriache, statisticamente si creerebbe un mondo realmente più olimpico. Una disciplina aulica e di tutto rispetto che deve la diffusione in Italia all’intuizione di alcuni produttori di casse da morto in crisi emotiva: era il dopoguerra e di morti se ne erano già visti parecchi e quindi riciclarono quegli incavi macabri per costruire un gioco che facesse passare il tempo ad adulti melanconici e bambini. Grande metafora del calcio sognato che tira fuori il meglio di noi. Come il ping pong per i cinesi che, a un certo punto durante la Guerra Fredda, gli Usa vanno a Pechino per giocare la famosa partita del disgelo e della pace nel nome del reciproco business.
Perché dunque insistere con questa farsa del calcio ai giochi olimpici, quando potremmo far decollare le vendite dei calciobalilla e del made in Italy in tutto il mondo? È l’ennesima ipocrisia stridente di questa epoca moderna e corretta a tutti i costi: una sorta di woke, ma al contrario perché ci sono di mezzo i descamisados argentini, il popolo meno sportivo e più villano del pianeta, quando si tratta di calcio. Io lo posso dire perché mia madre era argentina e anche perché parlo male dell’Italia spesso e volentieri. Diciamola tutta: l’Argentina in generale non dovrebbe essere invitata alle Olimpiadi e forse anche ai Mondiali. Si è visto cosa hanno combinato con l’Olanda, che si sono burlati esibendosi in quegli identici balletti subiti dai francesi, di fronte a Van Gaal, colpevole secoli prima di non avere fatto giocare Riquelme, anzi di averlo umiliato, facendogli notare che senza palla fosse il giocare più inutile al mondo, ovvero la verità. Quelli se sono di buon umore e non stanno perdendo, lanciano chilometri di morbidezza da c*lo in campo, tra l’altro ancora intonsa, a mo’ di stella filante. Senza che Greta Thunberg abbia mai protestato: ci sarebbero anche i turisti benefattori ecosostenibili che in Amazzonia si puliscono con le foglie, dopo i bisogni. Li ho visti di persona. A sto punto perché, nel nome di un gesto ecologico, gli indigeni devono aver a che fare con delle foglie in via di estinzione sporche di me*da occidentale? Comunque stavamo parlando di calcio olimpico: se lo volete, accettatelo nella sua interezza, come già segnalato durante la partita Marocco- Argentina, di qualche settimana fa, che c’è stata una invasione di campo da parte dei tifosi magrebini: siccome questa è già la norma, tollerata da società e governi, perché non inserire come nuovo sport olimpico laterale, l’uliganismo calcistico? Pacchetto completo: squadre sudamericane coi loro tifosi già pronti a battersi, contro quelle dell’Est Europa, ovviamente accompagnate in campo dai loro uligani nazionalisti, a torso nudo già ubriachi.
Il calcio è realtà, il calcio fa schifo e anche per questo lo amiamo, ché fogna spettacolare che ci sospende dalla quotidianità, con quasi una partita importante al giorno. Le Olimpiadi invece, nella loro natura barocca e parruccona, si tengono per fortuna solo ogni quattro anni, tra l’altro in piena estate, quando le squadre di club sono in ritiro.
E quindi lasciate in pace il calcio almeno ad agosto. Che queste Olimpiadi servono solo a non guardare le orrende serie tv spagnole e polacche che oramai abbondano su ogni piattaforma streaming. E già che ci sono aggiungo: che due coglioni la scherma! W il calcio, W il calciobalilla e ovviamente il beach volley femminile, visto sempre e solo da dietro.