Anche i ricchi piangono, diceva quel vecchio titolo. E noi lo parafrasiamo così: anche i giornalisti piangono. Compresi quelli che hanno fatto del sorriso e dell'accelerazione il loro timbro e la targa unica in un mestiere che invece, di solito, è omologazione e frasi fatte. Premesse a parte, però, la regola è la stessa per tutti: andare dritti alla notizia. E la notizia, questa volta, è che a Guido Meda è scappata una lacrimuccia. Quando? Ieri, dopo aver intervistato Andrea Dovizioso per l'ennesima volta in venti anni di paddock, ma con la consapevolezza, questa volta qui, che sarebbe stata l'ultima prima di una gara della MotoGP. Dovi smette a Misano e lo sappiamo da un bel po', ma anche quando si è preparati alle emozioni, le emozioni hanno la capacità di superarci in staccata. Pure se ti chiami Guido Meda, pure se ne hai visti smettere a vagonate, pure se nella tua carriera hai dovuto raccontare anche qualcosa che nella festa che è lo sport non dovrebbe capitare mai. Insomma, quella cosa lì che si chiama umanità e che alla fine vince sempre.
A raccontare come è andata è stato lo stesso Meda, in un post che ha accompagnato una foto in cui sono ben visibili "i segni" di un qualcosa che nell'ultimo anno gli era successa solo un'altra volta.
Comunque vada la gara di oggi a Misano, per lui, Andrea Dovizioso, è l’ultima. Di sempre. - scrive Guidone nel suo post - Personalmente è la seconda volta in un anno che anche non volendolo mi sono trovato con due vere gocce di nostalgia sotto gli occhi. Quando ti commuovi in questi casi è perchè un tempo che è stato di qualità è passato anche per te. Andrea Dovizioso per me è stato un amico dai sentimenti buoni e la testa puntuta. Semplice, disponibile, sobrio, delicato, perbene. Incapace di far pesare il ruolo di campione. Divertente nei momenti di relax. Serio e di principio nelle cose della vita. Animatore di duelli, con Marquez soprattutto, che è stato divertente vivere e farvi vivere attraverso racconti nei quali ero certamente coinvolto umanamente. È una debolezza, che ho avuto anche con Valentino e che mi sa che avró con altri piloti di questa nuova generazione che sono persone belle anche perchè hanno avuto esempi e maestri così. Ma della debolezza non mi importa. Puó succedere che delle sintonie si creino, anche nel nostro mestiere, quando passano i decenni. Dovi è un altro di quelli che sono durati vent’anni e qualcosa vuol dire. Uno che ha saputo evolversi, che è uscito dal suo color d’asfalto rivelando una personalità che è diventata un valore. Quando passi tanto tempo nel paddock queste cose contano, si vedono, scavano. Forse è il momento in cui lui e Rossi, ora entrambi papà, potranno scoprirsi più di quanto non abbiano fatto quando erano piloti entrambi. Dovi è un altro che si ritira in serenità, un altro che ho visto iniziare bambino. Un altro di quelli che nella vita di molti un posto lo hanno conquistgo ler sempre. Un pilota che in vent’anni non ha MAI saltato una gara. Fiero di averti raccontato e vissuto è il momento di augurati il meglio amico mio. E dirti un grazie grande e sincero quanto l’abbraccio che ti lascio".