Alle ATP Finals del 2021, Jannik Sinner prese il posto di Matteo Berrettini, infortunatosi durante la prima partita del torneo, contro Alexander Zverev. L’altoatesino, all’epoca ventenne, vinse la sua prima partita contro Hubert Hurkacz e poi si presentò, in un match che ormai non valeva più nulla ai fini del passaggio del turno (i due semifinalisti, per incastri di classifica erano già definiti), davanti al numero due del mondo, nonché fresco vincitore degli U.S. Open, Daniil Medvedev. La partita, anche se di fatto non contava nulla, serviva a Sinner per capire quanto fosse distante da quello che all’epoca, insieme a Djokovic, era il miglior giocatore del mondo.
Medvedev vinse 7-6 al terzo, ma il risultato non è il motivo per cui la partita è passata alla storia e viene menzionata ogni volta che i due si affrontano. Alla fine del primo set, vinto 6-0, il russo, per provocare il pubblico di Torino, che chiaramente faceva il tifo per Sinner, simulò uno sbadiglio proprio davanti all’italiano. Sinner, nel dopo partita, dimostrandosi già da subito un signore, glissò sull’accaduto, ma aggiunse “spero di rigiocare contro di lui quando la partita conterà, poi vediamo cosa farà”.
Sono passati due anni e mezzo da quella sera e, nel frattempo, di partite che contavano, i due ne hanno giocate parecchie, tra semifinali e finali di ATP 500 e 1000; ovviamente lo scontro più importante è stata la finale degli Australian Open 2024, vinta da Sinner in 5 set, rimontando da 0-2. Le partite tra i due, tranne pochissime eccezioni, sono sempre state delle lotte lunghissime, spesso finite al set decisivo e piene di tie-break; il risultato più netto era arrivato ai quarti di finale del torneo di Marsiglia, nel 2021, dove Medvedev aveva lasciato solo 6 game al suo avversario, appena ventenne.
Nessuno però era preparato a ciò che è accaduto durante la semifinale a Miami, dove Sinner non ha solamente battuto Medvedev, lo ha demolito, pezzo per pezzo, incrinando le sue certezze tattiche (ma questo era già successo nelle precedenti sfide tra i due) e anche quelle tecniche. L’italiano è partito fortissimo, settando già dai primi game quello che sarebbe stato il suo altissimo livello di gioco, lasciando Medvedev con i suoi problemi, ormai conclamati, di trovare una posizione che non fosse troppo lontana dalla riga di fondo e lo costringesse a prendere in mano l’iniziativa, per non essere sempre in balia dei colpi del suo avversario. Il russo è un campione, e anche se non è nelle sue corde, è in grado di giocare una partita più aggressiva, con i piedi sulla riga di fondo, come nella semifinale degli U.S. Open con Alcaraz o nei primi due set della finale degli Australian Open contro lo stesso Sinner; Sinner però, non si è fatto trovare sorpreso, a differenza di gennaio agli Australian Open, ormai conosceva la versione aggressiva di Medvedev ed è stato subito in grado di mostrare i limiti di questa strategia al russo, il quale, in piena confusione tattica, nel secondo set è tornato nella zona di comfort, andando a rispondere due metri fuori dalla riga di fondo.
Per arginare l’aggressività di Medvedev, Sinner ha attuato la strategia più semplice da pensare e più difficile da fare: ha giocato ancora più aggressivo del suo avversario. A partire dai colpi di inizio scambio, servizio e risposta, è riuscito a togliere tempo a Medvedev, facendogli arrivare la palla molto in fretta e giocando sempre negli angoli aperti, per non farlo comandare da fondo. Il rovescio lungolinea dal centro del campo è il colpo che ha fatto la differenza, con quell’arma Sinner ha messo il russo nella posizione scomoda di dover correre all’improvviso verso il proprio diritto (da una situazione statica di palleggio centrale), lasciando il campo completamente scoperto dal lato del rovescio, dove l’italiano andava a insistere con il colpo successivo (alternando questa soluzione al contropiede).
Le poche volte in cui Meddy è riuscito a comandare lo scambio da fondo, è stato poi costretto ad andarsi a prendere il punto a rete, territorio molto ostile per lui, in una situazione simile a quella che aveva vissuto una settimana e mezzo fa, nella finale di Indian Wells, contro Alcaraz; Sinner, probabilmente studiando quella partita, è stato bravo a non avere fretta di passare subito il suo avversario, esplorando prima le sue volée, per aspettare la palla più comoda con cui trafiggerlo. Anche negli scambi lunghi, punto di forza del russo da sempre, Sinner ha prevalso, vincendo 16 scambi sopra i nove colpi, contro i 6 vinti dal suo avversario; è stato il dato più eclatante della partita, insieme al 34-19 negli scambi da 0 a 4 colpi, utile a testimoniare l’enorme efficacia del servizio e della risposta, dell’italiano.
In poche parole, Sinner ha battuto Medvedev in tutti i campi possibili, lo ha dominato per un’ora e dieci minuti, mettendolo in una difficoltà che va oltre la singola partita e che richiederà riflessioni approfondite tra lui e la sua squadra. Il russo, con questo modo di giocare, non può competere, in modo continuativo, contro Alcaraz e Sinner, ormai i due lo hanno analizzato, capito e non ci sono più tattiche segrete che possa utilizzare per destabilizzarli. I due ragazzi hanno spogliato Medvedev della sua tela tattica, lasciandolo con tanti dubbi e poche certezze, alla vigilia della stagione sulla terra.
Per quanto riguarda Sinner, questa è stata l’ennesima vittoria che dimostra la sua incredibile crescita, dominare così il numero 4 del mondo, che fino a poco tempo fa rappresentava un rebus apparentemente irrisolvibile per lui, manifesta la bontà del lavoro svolto da Vagnozzi e Cahill, sugli aspetti tecnici e tattici, oltre che su quelli mentali. Domenica, contro lo splendido Grigor Dimitrov, andrà a caccia della seconda posizione mondiale, un passo importante verso quello che ormai è l’obiettivo stagionale dell’italiano: diventare numero 1 del ranking ATP. Gli avversari sono avvisati, Medvedev su tutti, se nessuno alza il livello, a sbadigliare d’ora in poi, sarà solo Jannik Sinner.