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Sinner, dalla sconfitta con Alcaraz alla rimonta su Griekspoor: la nuova dimensione di Jannik

  • di Lorenzo Giamattei

25 marzo 2024

Sinner, dalla sconfitta con Alcaraz alla rimonta su Griekspoor: la nuova dimensione di Jannik
L’imbattibilità di Jannik Sinner è caduta a Indian Wells, a batterlo è stato il suo rivale più grande generazionale, Carlos Alcaraz, in un match che ci ha detto tante cose su quello che potrà essere il futuro di questo tennis. A Miami invece, l'italiano fatica con Griekspoor, ma ormai Jannik è entrato in un'altra dimensione di tennis (e con lui le nostre aspettative)

di Lorenzo Giamattei

Le 16 vittorie consecutive collezionate in questi tre mesi, con il trionfo agli Australian Open e a Rotterdam, ci presentano un Sinner che ha definitivamente alzato l’asticella, confermandosi come uno dei due-tre giocatori più forti del mondo (in questi tre mesi è stato indubbiamente il migliore), sulla scia del finale della scorsa stagione. La nuova dimensione raggiunta dal tennista italiano è legittimata anche dai suoi avversari, Van de Zandschulp, dopo la partita giocata a Rotterdam, aveva detto, ironicamente (ma non troppo), che l’unico modo per non perdere contro Sinner, fosse quello di evitare i tornei a cui partecipava, De Minaur, sempre a Rotterdam, dopo la sconfitta in finale, aveva chiesto all’italiano se avesse intenzione di perdere una partita quest’anno; prima della semifinale a Indian Wells, anche Alcaraz aveva speso parole di ammirazione nei confronti di Sinner: “Jannik è il miglior giocatore del mondo adesso, non c’è dubbio. Sta giocando in modo incredibile, non ha ancora perso quest’anno, mi piace molto vederlo”.

Tutti hanno paura di affrontare Sinner, anche gli unici due giocatori al mondo che gli sono davanti in classifica, Alcaraz e Djokovic (che ovviamente, visto il personaggio, non lo ammetterà mai). La semifinale di Indian Wells ha ricordato quella del Roland Garros del 2011, seppur con le dovute proporzioni e un’epicità ridotta, dal momento che Alcaraz e Sinner non sono ancora così grandi come lo erano Federer e Djokovic all’epoca. In quella semifinale di 13 anni fa, Djokovic si presentava all’appuntamento con 41 vittorie e 0 sconfitte in stagione, andava a caccia del primo posto in classifica, e arrivava da 5 mesi in cui aveva vinto 4 master 1000 e uno Slam, nulla sembrava poterlo fermare; Federer però, giocò una delle sue migliori partite di sempre, con un’aggressività, soprattutto di rovescio, che non aveva mai mostrato, oltre a una quantità di magie impressionante anche per lui. Lo svizzero vinse in quattro set, dimostrando a sé stesso di poter dire ancora la sua, dopo alcuni infortuni che lo avevano limitato e un’età (a dirlo adesso viene da sorridere, ma al tempo era così) che iniziava a preoccuparlo. Fu una partita in cui scoprì molto di sé stesso e di ciò che poteva essere il suo futuro nel circuito.

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A Indian Wells è successa un po' la stessa cosa, la partita era molto più importante per Alcaraz che per Sinner, e per vincerla lo spagnolo ha dovuto scoprire nuove cose sul suo gioco e soprattutto sulla sua mentalità, mostrandosi come mai lo avevamo visto prima. Questo, oltre che sulla forza di Alcaraz, ci dice molto soprattutto sul livello raggiunto da Sinner, il suo rivale per eccellenza ha dovuto cambiare la sua natura e, in parte, il suo gioco, per poterlo battere; il 6-1 del primo set ci ha detto che tutto ciò che lo spagnolo aveva tirato fuori fino a quel momento, in quella partita, e in quelle precedenti, lo avrebbe portato a una sconfitta netta. Certo, Alcaraz è stato bravo a trovare la lucidità e la forza dentro di sé per fare qualcosa in più del solito, riuscendo quindi a ribaltare la partita, ma il punto è un altro: giocare contro Sinner ti costringe, se vuoi batterlo, a fare qualcosa che non sei abituato a fare, o addirittura, che non hai mai fatto. Ti spinge a trovare nuove soluzioni, a non accontentarti del tuo livello, a raggiungere il tuo limite e a superarlo. Questa è un’operazione complicata, ci sono pochissimi giocatori in grado di farlo, Alcaraz è uno di quelli perché è un fenomeno, Djokovic è un altro che può riuscirci, così come Medvedev e Zverev, ma la lista finisce qui. Iniziare ogni torneo con la consapevolezza (a patto di giocare bene ovviamente) di poter perdere solo da 3-4 giocatori, ci dà un’idea chiara del tipo di tennista che è diventato oggi Sinner. Nessuno, dai tempi dei big-four (Nadal, Federer, Murray, Djokovic), aveva dimostrato di poter essere quel tipo di giocatore che tutti vogliono evitare. Arriverà la stagione sulla terra, che porterà con sé nuove domande e nuove prove da superare, ma per adesso il presente si chiama “Miami Open”, dove l’uomo da battere, insieme ad Alcaraz, sarà ancora lui, Jannik Sinner: l'italiano ha iniziato con qualche fatica, rimontando su Griekspoor in tre set e qualificandosi per gli ottavi, dove domani incontrerà Christopher O'Connell. 

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