Ore 4 di mattina italiane. Sui blocchi di partenza c’è la 4x100 italiana che ai Mondiali di staffette alle Bahamas ha già strappato il pass olimpico durante le qualificazioni e ora si gioca una medaglia mondiale in finale. La formazione è quella che ci ha fatti sognare ai mondiali di Budapest: Rigali, Jacobs, Patta e Tortu. Vogliamo tutti sognare nuovamente e vedere il Tortu-muso che abbiamo visto a Tokyo, ma questa volta davanti agli USA.
Il testimone parte con Rigali poi passa a Jacobs, successivamente a Patta e poi a Tortu, che come sempre ci regala la volata finale che ci fa venire i brividi ogni volta. Terzi al mondo dietro a USA e Canada. Medaglia di bronzo. Le telecamere però si spostano dall’esultanza degli azzurri e vanno ad inquadrare Marcell Jacobs che parlando con Lorenzo Patta scuote la testa. C’è qualcosa che non va. Una volta raggiunti i compagni di staffetta va a dire qualcosa anche a loro e le espressioni dei quattro cambiano. Si sente un “porcoddue era perfetto”. Vengono consegnate le medaglie e le bandiere, poi i risultati del tabellone cambiano: Italia DQ, Italia squalificata.
Ma cosa è successo esattamente?
Analizzando meglio il filmato della gara si vede che qualcosa non ha funzionato nel cambio Jacobs-Patta. Jacobs ha fatto fatica a raggiungere Patta e a consegnargli il testimone, andando fuori dalla linea che contrassegna il limite dei 30m della zona di cambio. Post gara Jacobs non ha tardato ad assumersi la responsabilità. Ottenuta la qualifica olimpica e non avendo più niente da perdere il quartetto ha provato a dare il tutto per tutto cercando di abbassare il più possibile i tempi e quindi tirando i cambi, un po’ quello che fanno generalmente gli Stati Uniti che hanno un numero di squalifiche e staffette non portate a termine molto alto. Non sempre questo tipo di tattica funziona e non sempre i cambi, seppur ripetuti migliaia di volte durante i raduni, risultano perfetti. Il testimone viaggia molto velocemente e molto spesso gli atleti fanno fatica ad agguantarlo.
Un piccolo errore che servirà da lezione e darà agli azzurri la carica giusta per analizzare quello che non è andato e migliorarsi. Rivedremo la staffetta azzurra a Roma durante gli Europei e poi a Parigi dove cercheranno di bissare il titolo olimpico. Hanno tutto il tempo necessario per arrivare preparati agli eventi che contano, dove fare il giro di pista di saluto con la bandiera sulle spalle sarà molto importante.