L’italiano sull’italiana. No, non è di Pecco Bagnaia che stiamo parlando, ma di chi ci ha provato undici anni prima: Valentino Rossi. All’epoca il fenomeno di Tavullia era il pilota più forte in circolazione e l’arrivo in Ducati segnava, di fatto, una svolta epocale nella storia del motorsport. La svolta c’è stata, ma non quella che ci si aspettava, perché la storia racconta di due anni di zero successi e tante incomprensioni, di muro contro muro che hanno mandato in crisi anche i rapporti umani. E c’è voluto Pecco Bagnaia per riunire i Ducatisti e i Rossisti, perché la crepa che s’era creata era di quelle che sembrano insanabili.
A raccontare tutto quello che è avvenuto dopo è stato Paolo Ciabatti che, intervistato da autosport, ha provato a ripercorrere i nove anni che hanno separato quel fallimento dal ritorno di Ducati sul tetto del mondo. “Fu difficile trovare persone che volessero investire sulla Ducati – ha ricordato il direttore sportivo della Rossa - E’ stato anche difficile ricostruire una certa credibilità e puoi costruirla solo con i risultati. Se guardiamo agli ultimi dieci anni non è stato facile arrivare dove siamo”. Perché quando Valentino Rossi se ne è andato da Ducati, inevitabilmente gli appassionati hanno preso una posizione, scegliendo le ragioni del pilota rispetto a quelle del marchio. E solo il tempo ha potuto fare in modo che si prendesse coscienza che ragioni e torti, in verità, nel motorsport c’entrano poco. Perché contano i risultati e quando non arrivano è prima di tutto sofferenza per tutti.
E’ stata sofferenza per Valentino, che comunque ha dovuto fare i conti con un fallimento, e è stata sofferenza per Ducati, che ha dovuto, di fatto, ricominciare da capo. Partendo proprio da tre uomini messi lì al comando: Dall’Igna, Tardozzi e, appunto, Paolo Ciabatti. “Quei due anni – ha spiegato ancora il ds di Ducati, ma senza alcuna vena polemica – hanno lasciato ferite. Il primo cambiamento è stato l’addio di Filippo Preziosi che ha deciso di andare via dopo le due stagioni difficili, di grande aspettativa sulla partnership Valentino e Ducati che non ha portato i risultati sperati. Questo ha lasciato molte ferite nell’organizzazione, a molti livelli. Quando le cose vanno storte e sei sotto pressione della stampa, dei tuoi partner e sponsor, questo distrugge la squadra e il gruppo. Quando sono tornato in Ducati questa era un po’ la situazione, quindi abbiamo dovuto lasciare andare alcune persone alla fine del 2013”.