Al 25 febbraio manca quel poco tempo che avanza per stare in ansia e che, contestualmente, non è più abbastanza per fare qualcosa. L’assemblea dei creditori di KTM, chiamata a pronunciare il fatidico sì sul piano di ristrutturazione presentato dalle tre aziende del Gruppo Pierer segnerà inevitabilmente il futuro o metterà fine a una agonia che ormai va avanti da mesi. C’è da dire, per dovere di onestà, che si respira fiducia e che al momento, anche alla luce di quanto è accaduto giovedì scorso in un primo incontro con alcuni creditori, è quasi certo che il piano sarà approvato. Quello che ci si chiede, purtroppo, è a che prezzo e con quali scotti. Perché è chiaro che ci sarà la necessità di tenere la corda più corta e più stretta possibile e è altrettanto chiaro che il racing difficilmente potrà andare avanti con le risorse quasi illimitate del passato. Il 25 febbraio l’assemblea dovrà, di fatto, decidere anche quanto e in che misura continuare a destinare fondi in particolare alla squadra di MotoGP e è in questa chiave che andrebbero lette le ultime dichiarazioni di Pit Berer, responsabile del motorsport per il marchio austriaco: “Non vincere significherà salutare Pedro Acosta”.
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Pedro Acosta è il primo pensiero, ma a rischio c’è tutto il futuro sportivo di KTM
Il futuro sportivo di KTM è strettamente legato alla sua capacità di risollevarsi finanziariamente. Beirer ha chiarito che senza una moto vincente, sarà impossibile trattenere talenti come Pedro Acosta. “Se dopo due anni non avremo vinto non possiamo pensare – ha chiaramente detto – che Pedro Acosta resterà con noi”. Ma come si fa a vincere senza abbastanza risorse? Le parole di Beirer, in questo senso, suonano più da appello che da monito in vista dell’assemblea del 25 febbraio. Con l’ex crossista austriaco che cerca anche di rilanciare: “Vincere significherebbe attirare sponsor e investitori e mettere in pratica un modello di business che potrà far crescere il marchio stesso e sostenerlo nel rilancio”. I debiti, però, sfiorano i 2 miliardi di euro e la KTM ha bisogno, ormai, di dimostrare di poter competere ai massimi livelli per giustificare gli investimenti. Beirer ha sottolineato l'importanza di avere piloti di alto profilo per mantenere vivo l'interesse commerciale, ma sa anche che il successo in pista è solo una parte dell'equazione. La KTM deve trovare un equilibrio tra performance sportive e stabilità economica. La sfida è titanica e per il momento, visto come sono andati i test invernali, è anche tutta sulle spalle di Pedro Acosta.
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La situazione attuale tra concretezze e speranze
La crisi finanziaria di KTM ha imposto licenziamenti e blocchi produttivi, svendite con sconti importanti, ma comunque l'azienda non si è arresa. Ha avviato una procedura di ristrutturazione per evitare la bancarotta, con l'obiettivo di ripagare i creditori e rilanciare la produzione. Bajaj e CF Moto hanno messo pesantemente mano al portafogli, ma anche molti altri investitori e, di fatto, una garanzia immediata per i creditori è stata individuata. Non è abbastanza, ma non è neanche niente. Il piano, secondo quanto riferisce la stampa austriaca, prevede il rimborso del 30% dei debiti entro la fine di maggio 2025. Una seconda tranche dovrà essere versata nell’anno successivo, all’inizio dell’inverno, fino a arrivare al ripianamento di almeno il 70% circa del debito accumulato. Contestualmente l'azienda punta quindi a ridurre i costi, a smaltire tutto l’invenduto dei magazzini, a produrre nuovi modelli magari meno esclusivi ma più attraenti per il mercato e massimizzare l'efficienza, mentre cerca di mantenere la sua presenza nella MotoGP e nel racing n generale.
Cosa succederà il 25 febbraio e dopo
Il 25 febbraio è la data chiave. I creditori voteranno il piano di ristrutturazione e l'esito determinerà se l'azienda potrà continuare a operare o se dovrà affrontare il fallimento. Se il piano verrà approvato, come sembra leggendo le notizie riportate dalla stampa austriaca e le varie interviste anche a esponenti del Governo che hanno lasciato trapelare un certo ottimismo, KTM potrà iniziare a risanare i debiti e ripristinare subito la produzione, con l'obiettivo di tornare a essere competitiva entro il 2025. Si dovrà andare avanti su due fronti: uno di tamponamento dell’immediato, garantendo la quota minima di copertura dei debiti, e l’altro più lungimirante. KTM spera che il sostegno finanziario e la promessa di risultati sportivi possano convincere i creditori a scommettere sul suo futuro. Se il piano fallisce, la realtà potrebbe essere molto più dura, mettendo a rischio non solo il progetto MotoGP, ma l'intera esistenza del marchio.
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