La crisi di KTM non smette di riservare sorprese e l’ultima vicenda che coinvolge Brehmer GmbH & Co è un esempio lampante del caos che regna nel colosso austriaco. Thomas Brehmer, fondatore dell’azienda tedesca specializzata in componenti elettroniche, ha rivelato alla rivista DasMotorrad (in una intervista tutta da leggere) una storia che ha dell’asurdo: KTM ha richiesto indietro 500mila euro già versati, nonostante un debito complessivo che sfiora il milione e mezzo. Questa richiesta, giunta in seguito alla presentazione del piano di ristrutturazione, ha scatenato una tempesta non solo per Brehmer, ma per l’intero ecosistema di fornitori, costretti a gestire un impegno economico già esaurito. “Abbiamo investito molto per fornire componenti a KTM negli ultimi anni. Pierer è un giocatore d'azzardo” - ha dichiarato l’imprenditore, mettendo in luce l’assurdità di una vicenda che sembra infinita.
Nel 2024, il volume d'affari di Brehmer GmbH con KTM si attestava attorno ai 1,5 milioni di euro, con previsioni di crescita a 1,9 milioni per il 2025. Poi, a novembre, la notizia del “quasi fallimento” ha colpito come un fulmine dentro una stagione di sole pieno. KTM, dopo aver versato una parte del debito, ha sorpreso tutti con la richiesta di restituzione. "Avevamo già utilizzato quel denaro per pagare i nostri fornitori” - ha ribadito Brehmer, mentre la sua affermazione “il fallimento della KTM ci colpisce duramente”, messa nero su bianco in un comunicato stampa delle scorse settimane, echeggia ora come un monito inquietante.
In questo frangente critico e soprattutto in questo scenario assurdo, la struttura aziendale di KTM è in fermento. Sono in corso esplorazioni per una ristrutturazione autogestita che coinvolge anche altre due aziende del gruppo. E qui spunta un nome nuovo: Stephan Zöchling, come anticipato da SpeedWeek. Entrato nel consiglio di amministrazione come figura chiave per guidare il processo di risanamento, Zöchling è considerato un confidente di Stefan Pierer. La sua esperienza consolidata nel settore e i contatti in Asia e Russia potrebbero rappresentare una svolta decisiva per l'azienda, ma non senza rischi e incertezze.
Perchè la crisi di KTM non si limita a questioni finanziarie. Durante un’assemblea dei creditori, infatti, è emersa un’altra notizia scioccante: KTM ha in stock ben 265.000 moto, un numero che ha quasi raddoppiato le aspettative (e le dichiarazioni) iniziali. Questo sovraccarico di inventario ha allarmato creditori e commercianti, aumentando la pressione. Negli Stati Uniti, i rivenditori hanno già avviato una vera e propria guerra degli sconti, con promozioni superiori al 30% su modelli KTM, Husqvarna e Gasgas. La necessità di ridurre le scorte è diventata urgente e la domanda che tutti si pongono è: quando inizierà la guerra degli sconti in Europa?
I rivenditori europei, sebbene cauti, sono pronti alla “massima aggressività”. Con l’imminente entrata in vigore delle nuove normative Euro 5+, che renderanno impossibile l’immatricolazione di motociclette che non rispettano gli standard attuali, infatti, il tempo rischia di essere poco davvero prima di ritrovarsi sulla groppa una mole insostenibile di moto invendute. È solo questione di tempo, quindi, prima che anche in Europa si vedano sconti significativi.
KTM si affida al dunque al mercato, oltre che a Zöchling e al curatore fallimentare, per cercare di risollevare le proprie sorti, mentre il futuro di circa 1500 lavoratori sarà inevitabilmente altrove e quello del marchio passerà per delocalizzazioni importanti. Ecco perché questa crisi rappresenta anche un campanello d’allarme per tutte le aziende partner, rivelando le fragilità di un sistema che, fino a poco tempo fa, sembrava inarrestabile. E a quanti ancora ostentano sicurezza sul futuro di KTM in MotoGP, va ricordato che l’ottimismo è sempre una virtù. Tuttavia, pensare che tutto possa continuare come se non fosse in atto una vera e propria rivoluzione è un’illusione pericolosa. Non solo per Pedro Acosta, Enea Bastianini, Brad Binder e Maverick Vinales,ma anche per Dorna stessa in questa fase di passaggio a Liberty Media.