I giorni non sono tutti uguali. Ce ne sono alcuni che valgono più di altri, perché segnano attese, svolte e, addirittura, svolte attese. Sì, è un po’ un gioco di parole, ma serve per spiegare perché Pedro Acosta, Enea Bastianini, Brad Binder e Maverick Vinales stanno aspettando la mezzanotte con più enfasi di quella con cui tra qualche giorno aspetteranno l’inizio del 2025. Quasi un conto alla rovescia, con tanto di ansie, visto che domani la KTM RC16 dovrebbe essere in pista a Jerez per un test privato di KTM con i collaudatori Pol Espargarò e Dani Pedrosa. Fonti sicure ci hanno confermato, anche nella serata di ieri, che il test si farà e che non ci sono colpi di scena in vista. Ma l’esperienza c’ha insegnato pure che di questi tempi, quando c’è di mezzo KTM, è bene usare il condizionale. Perché la sentenza che i piloti KTM aspettano dalla pista sarà inevitabilmente anticipata da un’altra sentenza. Se, infatti, il test si farà davvero significherà che si potrà alleggerire la preoccupazione e che, come è stato detto fino a ora, l’impegno di KTM nella MotoGP non sarà a rischio per il 2025; se, invece, il test sarà annullato all’ultimo minuto allora significherà che la situazione è molto più tragica e disperata di quanto si sia predicato ad oggi.
L’impressione, però, è che questa volta a perdere saranno i catastrofisti. Perché Espargarò e Pedrosa a questo punto saranno davvero in pista e per i quattro piloti titolari di KTM sarà comunque il giorno di un implacabile verdetto. Perché? Perché o la moto andrà forte da subito, oppure – avendo già annunciato che non ci sarà sviluppo fino al 25 febbraio – il 2025 sarà un anno di sofferenza sportiva che qualcuno potrebbe anche scegliere di non voler affrontare. E’ chiaro, infatti, che per Acosta, Bastianini, Binder e Vinales ci sono tutti gli appigli possibili per sganciarsi dai contratti sottoscritti con il marchio austriaco. Ma è altrettanto chiaro che a mancare, a quel punto, sarebbe una sella. Forse Pedro Acosta potrebbe anche trovarne una, ma per tutti gli altri significherebbe automaticamente fermarsi per un anno intero. Ecco perché staranno tutti lì, smartphone alla mano, per parlare il prima possibile con Espargarò e Pedrosa in questi tre giorni di test e capire quale è l’effettivo potenziale di performance della RC16 messa a punto per il 2025 da KTM. Di sicuro in questi giorni i tecnici hanno lavorato: le moto sono state montate e preparate per il test e anche i capomeccanici dei singoli piloti sono stati in Austria per il normale lavoro della pre season. Alberto Giribuola, il tecnico di Enea Bastianini detto Pigiamino, ad esempio, è rientrato in Italia da pochissime ore. Un conto, però, è lavorare all’ordinario, un altro conto sarà, invece, doversi rendere conto della necessità di un lavoro straordinario che la situazione attuale di KTM non permette di svolgere.
Le prospettive in MotoGP e ne racing in generale
Non c’è tempo per inventarsi niente. E’ vero che, anche per le verità negate, l’atteggiamento di KTM ha fatto stranire molti in MotoGP, a cominciare da Dorna. Con il mondiale che, di fatto, ricomincerà tra un mese e mezzo non c’è margine per trovare soluzioni alternative che non si riducano all’avere quattro moto e quattro piloti di livello in pista. Ecco perché Dorna è disposta a mostrarsi paziente per almeno tutto il 2025 e ecco perché Red Bull, anche per contenere un danno di immagine che potrebbe arrivare dalla scomparsa di KTM dal Motomondiale, potrebbe coprire con sforzi propri le necessità dell’immediato e salvare il salvabile (probabilmente spostando in Svizzera l’intero reparto corse), soprattutto se dal test che si svolgerà a Jerez da domani a venerdì dovessero arrivare riscontri positivi da parte del cronometro. E’, di fatto, lo stesso discorso che vale per i piloti. Tutti, dalla A di Acosta alla V di Vinales, hanno firmato contratti sedendosi davanti a Pierer, Beirer, Francesco Guidotti e Fabiano Starlacchini, con le garanzie che quelli sarebbero stati “i capi” e tutte le promesse di importanti investimenti per lo sviluppo delle moto. Condizioni che sono venute poi meno nel giro di pochi mesi, con KTM che addirittura ha “eliminato” anche Guidotti e Starlacchini. Impugnare il contratto, quindi, sarebbe più che possibile, ma per andare dove visto che altre selle non ci sono? E che non c’è neanche il tempo per provare a guidare qualche nuovo ingresso? Meglio ingoiare la preoccupazione e provarci, facendosi trovare pronti. Anche perché c’è una sorta di precedente che racconta come le corse possono di fatto rappresentare il punto di partenza verso una rinascita: all’inizio degli Anni ’90 le vittorie di Aprilia nelle corse hanno fatto da traino alla resurrezione di un marchio che nel giro di pochissimi anni è poi diventato iconico soprattutto per le generazioni di nuovi appassionati.
Le prospettive oltre il racing
Il cauto ottimismo che comincia a aleggiare intorno alle attività nel racing di KTM e più specificatamente intorno alla MotoGP c’è, anche se in maniera molto più timida, anche rispetto al piano di ristrutturazione. E’ vero che sarà lacrime e sangue e che all’inizio si perderanno centinaia di posti di lavoro, ma pare che il Governo austriaco sia intenzionato a intervenire pesantemente e sembra che dallo studio dei libri contabili depositati in tribunale sia emerso che gran parte del debito accumulato da KTM derivi da un investimento folle di Pierer di cui, però, lo stesso Pierer si è ormai liberato. Stiamo parlando della società tedesca “Leoni”, acquistata circa un anno fa da KTM in pieno invaghimento dell’elettrico con lo scopo di produrre componenti per auto elettriche e, addirittura, con il sogno di diventare un brand tutto europeo di auto elettriche. Solo che i sogni e gli invaghimenti ecoideologici sono un conto e la realtà è sempre un’altra: con la Leoni che ha accumulato debito per quasi due miliardi di Euro. Praticamente due terzi del debito complessivo di KTM. Sono tanti soldi, tantissimi, e nessuno lo nega, ma non si può negare nemmeno che, ceduta la società che ha generato gran parte del debito, la così detta “tasca bucata” è già stata rattoppata. Se il curatore fallimentare, con la collaborazione di Pierer e l’aiuto del Governo austriaco stesso riusciranno a trovare motivazioni valide per “tenere buoni” i creditori, allora le prospettive potrebbero davvero cominciare a risultare minimamente migliori pure su tutto quello che conta davvero – produzione e posti di lavoro – rispetto alla mera attività nelle corse.