Tanti anni fa, quasi agli inizi di MOW, intervistammo alcuni amici d’infanzia di Pecco Bagnaia. Ci avevano raccontato di un “Francesco bambino” che usciva di testa anche solo all’idea di poter arrivare ultimo in una qualche sfida. Uno competitivo da matti anche nel fare le scale della scuola e che già da piccolissimo, come ci ha poi raccontato il babbo Pietro, aveva le idee chiarissime su cosa avrebbe fatto da grande: il campione. Il senso della competizione ce l’ha ancora, anche adesso che campione lo è diventato davvero, e, a quanto pare, ha ancora anche le idee più che chiare su cosa significhi esserlo anche quando la pista, come in questo 2024, ha detto il contrario. Solo che ora può succedere pure che arrivare ultimo non gli dispiaccia affatto.
Sì, perché questa volta le moto non c’entrano niente o, se c’entrano, sono solo il mezzo che ci ha permesso di conoscere un ragazzo che sta cambiando l’ideale del pilota di una volta tutto genio e sregolatezza, cuore e follia. Di cuore, in verità, Pecco Bagnaia ne ha forse più di quelli del passato e l’ha dimostrato in ogni circostanza possibile, che fosse il regalo di nozze chiesto agli invitati del suo matrimonio o anche semplicemente la corsa a piedi per andare a portare un regalo a due piccolissimi tifosi o per i minuti interminabili che ogni benedetto fine settimana di gara dedica proprio ai bambini. Ecco, Domizia e i bambini. No, non stiamo annunciando una famiglia che si allarga, ma stiamo semplicemente raccontando l’ultima corsa di Pecco Bagnaia con il numero 1 sul cupolino. Non è stata a Barcellona, nel giorno in cui Jorge Martin si è laureato campione del mondo, ma a Torino, sulla corsia dell’Ospedale Pediatrico Regina Margherita. La sua Torino. Anzi, la sua e di Domizia.
Bagnaia, infatti, complice quell’UGI con cui collabora da sempre (l’associazione di volontariato che opera proprio tra le corsie del Regina Margherita), ha tolto la tuta tutta rossa con cui generalmente è in sella alla Ducati Desmosedici per mettere quella, simbolica ma altrettanto rossa, di Babbo Natale e salire in sella a una Ducati…Desmopiedi (niente motore, niente aerodinamica e niente Dall’Igna). E s’è prestato a un’altra corsa, finita esattamente al contrario di come sono finite ben undici delle corse a cui ha partecipato quest’anno: con Pecco ultimo, dietro a bambini, medici e operatori dell’UGI stessa.
Cosa potrebbe averlo “penalizzato”? Noi un sospetto l’abbiamo: il peso del cuore immenso che si ritrova. “Oggi – hanno infatti fatto sapere dall’UGI, insieme a un video e alcune foto della giornata – si trattava di regalare ai bambini un sorriso insolito. Un pomeriggio di Natale speciale che sarà ricordato dai bambini e dai ragazzi che vogliono vivere solo momenti di leggerezza e spensieratezza”. Pecco Bagnaia e Domizia Castagnini di quella leggerezza e spensieratezza hanno provato a farsi ancora una volta interpreti, con un altro di quei gesti che, ormai, fanno parte del pacchetto di un modo nuovo di essere campione.