Lewis Hamilton è matto di MotoGP e vuole in qualche modo entrare a farne parte. E questa è una. Poi c’è l’altra: la leggenda della F1 e “quasi pilota Ferrari” ha avviato qualche trattativa per capire se e come mettere i piedi nel motomondiale. E anche fin qui ci siamo. Tutto il resto, però, è solo suggestione. E’ stata suggestione quando, qualche mese fa, si era parlato dell’interessamento di Hamilton per acquistare il Team Gresini, con tanto di indimenticabile goliardata social da parte della squadra di Faenza e, purtroppo o per fortuna, è pura suggestione anche l’indiscrezione che sta circolando in queste ore sulla possibilità che il fenomeno inglese dell’automobilismo possa trasformarsi nel salvatore di KTM in questo momento di grandissima crisi. I motivi sono principalmente due. Il primo è evidente e banale, ma importantissimo: Lewis Hamilton è un pilota Monster e non è ipotizzabile che in così poco tempo lui o KTM, che invece è legata a doppio filo a RedBull, possano svincolarsi da rispettive sponsorizzazioni più che incompatibili.
L’altro motivo, invece, è che i salvatori di KTM in MotoGP ci sono già e rispondono ai nomi di Carmelo Ezpepela, della stessa RedBull e, anche se suona strano solo dirlo, di Stefan Pierer e Pit Beirer. Sì, perché il vero timore per KTM nelle corse non riguarda il 2025, ma semmai il 2026. In una sola frase? La prossima stagione è garantita. Da Dorna prima di tutto, che ha già avuto il dovuto per le iscrizioni di due team e che per tutto quello che potrebbe mancare è disposta a fare un passo verso KTM così da non rischiare di perdere di colpo quattro moto e quattro piloti che non sono gli ultimi arrivati. Da RedBull, che s’è impegnata a mandare avanti la baracca per quanto riguarda la gestione quotidiana e le garanzie nei confronti dei piloti stessi, visto che il colosso delle bevande energetiche austriaco ha tutto l’interesse a far associare il suo nome a un tentativo (per quanto disperato) di rinascita piuttosto che a un fallimento totale. E, in ultimo, dallo stesso capo di KTM che probabilmente, avendo il polso di ciò che sarebbe successo, ha spinto quando le acque erano ancora relativamente calme per fare in modo che la RC-16 2025 fosse pronta già nella prima metà del 2024.
Quando, qualche mese fa, Pedro Acosta rivelò di aver già “provato” la moto nuova, in molti avevano pensato che si trattasse di una dichiarazione buttata là con leggerezza. Solo ai test di Misano, invece, era stato chiaro che Acosta non scherzava affatto e che il nuovo prototipo era pronto da tempo, con molti appassionati che si sono chiesti il perché di un lavoro portato avanti con così largo anticipo. Oggi quel perché è assolutamente chiaro a tutti: sapevano che se non l’avessero fatto prima non avrebbero più potuto farlo. E’ vero, quindi, che lo sviluppo di quel prototipo a oggi è bloccato, ma è altrettanto vero che quel prototipo era già praticamente pronto e che il lavoro portato avanti nella sede di KTM Racing era già a buon punto rispetto alle solite tempistiche di tutte le altre squadre. Basterà per vincere e essere competitivi? Difficile da dire adesso, con lo stesso Carlo Pernat, manager di Enea Bastianini, che proprio a noi di MOW ha confidato che alla moto “mancano solo delle limature”. Quanto quelle limature che non si potranno fare saranno oggettiva zavorra è tutto da vedere. Quello che è certo, però, è che l’ordinario viene portato avanti e anche Hervè Poncharal, patron del Team Tech3, ha recentemente ribadito che il calendario è stato rispettato e che le squadre stanno lavorando sì con il gran peso di ciò che il futuro potrebbe riservare, ma pure con le dovute certezze per il presente.
E’, di fatto, un modo per dire ciò che nessuno ha davvero il coraggio di dire: lo sfascio totale potrebbe essere il 2026. Perché è chiaro che le condizioni che si è riusciti a creare per il 2025 e salvare il salvabile almeno nel racing non potranno essere rinnovate per la stagione successiva, con BMW – e a quanto pare anche Suzuki – che si starebbero preparando a subentrare. E con tutto quello che questo può significare anche per quattro piloti che quest’anno potrebbero avere più interesse a salvare se stessi in ottica 2026 che a sposare un progetto di salvezza di KTM che al momento appare impossibile. Al di là di sviluppo o non sviluppo del prototipo e di tutte le questioni meramente tecniche che potranno trovarsi a affrontare sin dai prossimi test invernali.