Parla chiaro e non presta il fianco a interpretazioni. Non nasconde nulla e ammette che se un occhio guarda con preoccupazione al presente e alla scadenza di febbraio, l’altro è proiettato oltre il 2027. E non ricorre a diplomazia quando deve riconoscere che sì, il congelamento dello sviluppo dei motori della MotoGP è in questo momento una vera fortuna per KTM. Signori, una cosa possiamo dirla subito, se Pit Beirer avesse potuto mostrarsi così sin dai primi giorni delle notizie sulla tremenda crisi di KTM, probabilmente ci saremmo risparmiati fiumi e fiumi di inchiostro sul futuro nelle corse del marchio austriaco, tra ipotesi, previsioni più o meno nefaste e dubbi che hanno inevitabilmente messo sui pensieri pure i piloti. Soprattutto quelli della MotoGP.
Sarà un caso, ma con l’uscita di scena di Stefan Pierer sono finiti i proclami puntualmente smentiti dai fatti e si è invertita la rotta sulla comunicazione, dicendo le cose come stanno. E ok che le cose non stanno bene e che la famosa questione morale sul correre mentre migliaia di posti di lavoro sono a rischio resta, ma almeno c’è chiarezza e nessuno spazio per andare oltre le parole, almeno per quanto riguarda la MotoGP. "Siamo fortunati che la tempesta si sia scatenata in un momento in cui gran parte dello sviluppo delle motociclette era già stato completato e, soprattutto, in un momento in cui lo sviluppo dei motori è congelato dal regolamento in vista del 2027" - ha ammesso l’ex crossista e oggi direttore del motorsport per KTM a Speedweek - Non puoi avere questo tipo di difficoltà per dodici mesi e poi pensare di avere una moto fantastica".
La direzione, quindi, è la concretezza, senza nascondere niente, ma rimarcando pure che le prospettive buone sono più di quelle negative. "Le regole sul futuro non sono ancora state definite al cento per cento - ha inafatti aggiunto - ma i nostri ingegneri stanno già lavorando sulla moto per il 2027. Abbiamo anche avuto momenti di positività nel frattempo e abbiamo detto che almeno pensare non costa soldi. Abbiamo tanti ingegneri fantastici, il primo passo dello sviluppo avviene nel loro cervello. Non hanno perso tempo e hanno continuato a macinare idee. Ciò di cui abbiamo bisogno per il 2025 è pronto. Nella nostra situazione, è utile il fatto che c’è un limite allo sviluppo, anche se molte parti devono essere ancora omologate. Sarebbe davvero stupido se spendessimo milioni nel 2025 e nel 2026, quando nel 2027 uscirà un nuovo motore. Con i soldi risparmiati potremo sviluppare completamente il motore del 2027. Nell'arco di tre anni non spenderemo un solo euro in più rispetto a quanto spenderemmo se continuassimo a fare normale sviluppo”.
Una frase, quest’ultima, che Pit Beirer avrà ripetuto centinaia di volte anche ai creditori di KTM e, soprattutto, al curatore fallimentare Peter Vogl, per vedere sbloccato qualche fondo dopo la grande data del 25 febbraio, quando si deciderà se KTM continuerà a esistere e come continuerà a esistere, pure nelle corse. “Quella – ha ammesso – sarà una data importante per noi, è chiaro che c’è attesa, ma sono sicuro che andremo avanti”. Il fatto che gli ingegneri che si occupano della MotoGP stiano lavorando già alle idee per il 2027 potrebbe essere la prova che ok il timore per quello che succederà a febbraio, ma al futuro ci credono davvero. E, tutto sommato, pure nel presente, visto che comunque la RC16, anche dopo lo shakedown di Sepang, s’è dimostrata una moto competitiva nonostante l’attuale “impossibilità di metterci le mani”. “Posso dire che finora è stato un buon test – ha spiegato il nuovo team manager Aki Ajo – Abbiamo provato tante cose e soprattutto decine di setting diversi con i nostri collaudatori, ma ora si tratta di continuare a farlo anche con i quattro piloti che poi gareggeranno nel mondiale”.