Da padre e da figlio posso solo immaginare il vuoto che ha dentro in queste ore e che avrà dentro per sempre l’amico e collega Alberto Cecotti, nel mondo moto a tutti noto come Cek. Nel mondo moto tutti conoscevano anche il suo babbo, Alvaro, mito assoluto, motociclista fino alla fine, uomo incredibile. È mancato stanotte. E noi tutti adesso ci stringiamo intorno a loro e alla loro meravigliosa famiglia.
Le famiglie meravigliose non sono meravigliose per modo di dire. Lo sono perché dietro ci sono sacrifici, compromessi, fatiche che ognuno dei componenti decide di compiere nel nome di un amore superiore, collettivo, mettendo da parte personalismi e cercando di essere sempre onesti uno con l’altro, vicino uno all’altro, di farsi forza reciprocamente e di esserci sempre. Tutto questo hanno sempre comunicato Alberto e Alvaro. Da padre e da figlio posso dirlo tranquillamente: difficilmente ho trovato, forse mai, un figlio come Alberto che parlava di suo padre in quel modo in cui ne ha sempre parlato lui: con orgoglio, stima, occhi illuminati e cuore gonfio. Contento. Alberto era contento di chi era suo padre in una maniera speciale. Rara. E faceva bene: perché suo padre era incredibile, non solo per lui ma per i fatti. Nel 2017, a 81 anni (a 81!), un’altra sua impresa: il record di velocità in un velodromo per gli over 80.
Tutte le volte che ho visto Alvaro, Alvaro rideva. Pensateci: di quante persone potete dire la stessa cosa? Io di Alvaro. Poi, per carità, non lo avrò visto chissà quante volte, ma la stessa cosa posso dire del Cek: tutte le volte che parlava di suo padre rideva. Ma che bello è? Che privilegio è? Papà Alvaro negli anni ‘70 correva in pista a livello nazionale. A 3 anni ha regalato la prima mini moto da cross ad Alberto. Alberto ha sempre fatto vedere a chiunque le sue foto, sui marciapiedi di Milano. Faccia da carogna simpatica. Come piacciono a noi. Timidi e buoni quando bisogna essere timidi e buoni, competitivi quando c’è da essere cattivi. Con queste caratteristiche il Cek si è fatto strada nel settore motociclistico. È diventato tester e penna per In Sella, Riders, Red, Tuttomoto, e poi istruttore. E con lui è cresciuto il mito del padre Alvaro.
Cek, sarà difficile, ma anche adesso e anche in futuro quando parlerai di tuo babbo ridi. Consiglio inutile, so che ti verrà naturale. Perché è stato davvero bello vedervi insieme, è stato davvero bello sentirti parlare di lui come ne parlavi tu, e se posso esprimere un desiderio eccolo qua: vorrei che i miei figli quando parleranno di me ne parleranno come tu parlavi di Alvaro. Ecco la sua e vostra immensa grandezza. Ti voglio bene Cek, ti vogliamo bene tutti. E se tutti te lo vogliono è anche perché quel “figlio di cane” - espressione a cui tieni particolarmente - ti ha cresciuto come ti ha cresciuto. Che fortuna che hai avuto. E che fortuna che abbiamo pure noi a godere, di riflesso, di una persona così. Avanti tutta Cek, avanti sempre.