Dopo quasi dieci anni di esperienza nel motomondiale Razlan Razali ha dovuto dire addio alle corse e al suo team e in un'intervista a Crash.net ha voluto mettere in chiaro alcune cose. Il Sepang Racing Team era nato nel 2014 con l'intento di favorire l'ingresso nel motomondiale di piloti malesi e dell'area asiatica. Dopo l'esordio in Moto2 e il passaggio in Moto3 l'anno successivo il team approda nel 2019 in MotoGP con Petronas come sponsor e due Yamaha guidate da Fabio Quartararo e Franco Morbidelli. Il 2021 è l'anno di Valentino Rossi ma, paradossalmente, è l'anno in cui iniziano i problemi. A fine stagione lo sponsor Petronas decide di lasciare la MotoGP e così l'anno successivo il team cambia nome e nasce RNF (dalle iniziali dei figli: Razali, Nadia, Farouk) con sponsor WithU e pilota Andrea Dovizioso. Purtroppo, lo sponsor fallisce, il Dovi si ritira a metà stagione e la Yamaha decide di non affidargli più le sue moto. Il team si lega allora a un nuovo sponsor, la rumena Cryptodata, che acquista il 60% del team e alle Aprilia come moto. La fine del 2023 segna anche la fine del team di Razali, pare che Cryptodata abbia lasciato un buco di circa 8 milioni e, oltre a non aver finanziato il team, non ha pagato la Dorna per la sponsorizzazione del Gran Premio d'Austria. Per questo Dorna non ha approvato l'iscrizione del team che è stato poi rilevato da TrackHouse. A Sepang, durante i test, Razali ha manifestato tutto il suo disappunto e il suo dispiacere per come si sono svolti i fatti: "È stato straziante assistere ai Test. Sono arrivato al punto che non mi divertivo più, non volevo nemmeno guardare la pista. Tutto ciò che abbiamo costruito da quando siamo subentrati a Petronas è stato distrutto".
Ma possibile che non ci fossero segnali sulla mancanza di disponibilità di Cryptodata? In effetti da un certo punto in poi è stato evidente che ci fossero dei problemi, ma la speranza era che si potessero risolvere. "Quando hanno sponsorizzato il primo Gran Premio d'Austria, nel 2022 - prosegue Razali - avevano pagato tutto alla Dorna. Allora sembrava che avessero i soldi e continuavano a dirci: 'i soldi non sono un problema'. E invece, all'improvviso è diventato un problema. Non voglio dire che abbiano fatto qualcosa di male o altro, è solo che non hanno adempiuto ai loro obblighi. Ad esempio, hanno partecipato a un fine settimana di gara con un saldo del conto praticamente pari a zero. Non è questo il modo di gestire una squadra di MotoGP". Non è questo il modo di gestire neanche un chiosco di piadine, ci permettiamo di aggiungere, e Razali ha fatto di tutto per tenere duro: "Ogni settimana mi chiedevo: 'quando arriverà il prossimo pagamento?' A volte mi sorprende che siamo riusciti a resistere così a lungo. Ma nonostante i problemi interni, alla fine dei conti sono loro l'azionista di maggioranza. Possono fare quello che vogliono. Possono licenziarmi se vogliono. Ma essere espulsi direttamente dal campionato e perdere le posizioni in griglia, la dice lunga".
Razali per mandare un segnale forte nel corso della stagione si è dimesso da direttore ma per la passione che lo lega a questo mondo "Non ho rassegnato le dimissioni da team manager fino alla fine dell'ultima gara, perché mi sentivo in obbligo nei confronti della squadra. Non sono il tipo di persona che lascia la squadra. Vorrei poter fare di più, anche perché devono ancora versare i soldi dell'anno scorso. E mi sento molto male per questo, ma ero arrivato al punto in cui non potevo fare nulla. Non avevo alcun potere, ma ora almeno il futuro è assicurato. Vorrei che ci fosse una soluzione per ciò che è rimasto in sospeso dallo scorso anno, e credo che arriverà a tempo debito. Spero solo che abbiano un po’ di pazienza e che la situazione si risolva".
Il futuro del manager è in ogni caso sempre legato al mondo del motomondiale: sta lavorando a una piattaforma che possa fare da tramite tra sponsor e squadre, ma ci sono ancora parecchie cose da capire e saranno i tribunali a mettere, speriamo a breve, la parola fine su questa intricata vicenda.