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Dai match point alle lacrime: perché Jasmine Paolini soffre così tanto Elina Svitolina? Al Roland Garros la conferma della maledizione

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

  • Thanks to Matteo Zorzoli

1 giugno 2025

Dai match point alle lacrime: perché Jasmine Paolini soffre così tanto Elina Svitolina? Al Roland Garros la conferma della maledizione
Vestita di nero, fredda, distaccata, concentrata, letale: la kryptonite di Jasmine Paolini è Elina Svitolina, che dopo averla eliminata in Australia si concede il bis al Roland Garros. Tra le due sconfitte, questa è la più dolorosa per Jasmine, che ha avuto tre match point a disposizione, che aveva trovato il modo di battere l'esperta ucraina, ma che alla fine saluta Parigi in lacrime e con 1060 punti in meno dell'anno scorso. Ecco com'è andata una delle partite più pazze di questo Slam parigino

Thanks to Matteo Zorzoli

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

Non c'è niente da fare. Se alla fine della prima settimana di uno Slam si affrontano Jasmine Paolini ed Elina Svitolina è quasi certo che la partita sarà pazza e che la ragazza di Bagni di Lucca uscirà dal campo con un mare di rimpianti e con un'ondata di lacrime che gli occhi riescono a stento a trattenere. Era successo a gennaio, terzo turno dell'Australian Open, è accaduto nuovamente oggi, ottavi di finale del Roland Garros. Come cinque mesi fa, anche questa volta Jasmine è andata avanti di un set, poi è stata battuta di misura nel secondo, prima che Svitolina dilagasse nel terzo. 6-2 4-6 0-6 il passivo di Melbourne, 6-4 6-7 1-6 quello di Parigi. Due partite a prima vista sovrapponibili, speculari, ma in realtà molto diverse. Jasmine non è stata sconfitta allo stesso modo, e questa è la prima consolazione che deve portarsi a casa: per eliminare la (quasi) coetanea ucraina ha cercato soluzioni nuove, che per pochissimo non hanno pagato. 

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Sulla Rod Laver Arena Paolini non aveva avuto vere chance di vittoria. Oggi se n'è procurate diverse, perché alla fine del secondo set ha avuto a disposizione ben tre match point. Quando tiri fuori possibilità simili vuol dire che la partita l'hai preparata bene, l'hai sviluppata tatticamente, tecnicamente e caratterialmente nel modo giusto. Quando arrivi a quel fatidico punto che separa la gloria dalla rovina, puoi giocartela solo sui dettagli dell'emotività, delle dosi di coraggio e paura che tendono e stirano una sola corda: un lembo è trattenuto da Jasmine, l'altro da Elina. I primi due match point cadono sul conto di Paolini sul 5-4 e servizio dell'avversaria. Fino a quel momento, Jasmine non aveva giocato la partita perfetta (Svitolina le aveva rimontato due break nel primo set e un ulteriore, più doloroso, nel secondo parziale, proprio mentre l'italiana andava a servire per il match), ma era stata nel complesso superiore: i suoi nervi più saldi rispetto a quelli di Elina, i suoi passaggi a vuoto meno profondi e meno prolungati nel tempo. Ad un passo dal burrone Svitolina serve una prima leggerissima (130 km/h), Jasmine non ne approfitta in risposta e non prende iniziativa nei colpi successivi, fino a quando sbaglia un dritto in avanzamento tutt'altro che impossibile. C'è ancora una ghiotta possibilità per regalarsi un altro quarto finale al Roland Garros e l'ennesimo pomeriggio positivo dell'ultimo mese di tennis: Jasmine risponde centrale su una seconda docile di Elina, poi le due giocano una decina di colpi poco profondi e carichi di tensione, che si concludono con un brutto errore di rovescio della toscana, in ritardo con le gambe. Il terzo match point arriva venti minuti più tardi, sul servizio di Jasmine, che ha appena ribaltato un tie-break in cui era scivolata sotto 1-4. Qui non ci sono rimpianti, perché Paolini gioca una bellissima prima esterna che le ritorna in gola, con Svitolina che successivamente manovra alla perfezione lo scambio, aggiudicandoselo con una graziosa discesa a rete. 

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A questo punto la partita cambia, forse nella mente di Jasmine fanno capolino i fantasmi di Melbourne, la convinzione che tutto andrà a finire nello stesso modo. Sbraccia due volte di dritto e consegna il secondo set ad Elina, che nel frattempo produce smorfie per un presunto problema alla caviglia, fastidio che quasi sembra agevolarla: l'ucraina lascia andare il braccio, gioca piatto, vuole concludere i punti dopo pochi colpi, senza stancarsi troppo. Ci riesce, perché Paolini - un po' sorpresa dal cambio di ritmo, un po' innervosita dalle precedenti possibilità sprecate - perde completamente la pazienza. Invece di muovere l'avversaria, cerca vincenti rabbiosi, che due volte su tre finiscono lunghi o in corridoio. I game le scivolano via, il sorriso le scivola via, le braccia si agitano al termine di ogni punto: sotto 0-4 nel terzo set, l'italiana con una reazione nevrotica si procura due chance per recuperare un break, ma le spreca per foga. La partita termina così, con Elina che mantiene la sua proverbiale freddezza e raggiunge per la terza volta la seconda settimana del Roland Garros, mentre Jasmine abbandona lo Chatrier in un misto di isteria, stanchezza e dispiacere. I punti della finale dello scorso anno volano via, ma la ragazza di Bagni di Lucca sembra pensare a tutt'atro. Per fare ciò che tutti le chiedono - giocare nuovamente la finale di uno Slam - dovrà trovare il modo di liberarsi della sua bestia nera: Elina Svitolina. È già il prossimo obiettivo.

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