Quando c’è di mezzo Danilo Petrucci c’è sempre un qualcosa che rende tutto un po’ più speciale. Adesso lo possiamo dire senza possibilità di smentita, perché dopo lo straordinario successo alla Dakar, il pilota di Terni ha vinto alla prima del MotoAmerica, aiutato pure da un po’ di fortuna. Il favorito di giornata, Jake Cagne, infatti, ha avuto un guasto sulla griglia di partenza e non ha potuto prendere parte alla gara, con Petrucci che, quindi, è di fatto partito secondo, compiendo un solo e decisivo sorpasso al quarto giro, prima di andare in solitaria, e in gestione, sotto la bandiera a scacchi. Bastava per rendere speciale un altro pezzo di storia di un ragazzo che per arrivare in MotoGP ha dovuto faticare come un matto, che come un matto ha dovuto faticare pure per restarci fino ad arrendersi ad una sentenza di “fine carriera”. Che invece non era affatto una sentenza definitiva, ma una porta che s’era chiusa per dimostrare a Petrucci che le porte stanno ovunque, pure nel deserto.
In KTM, la sua ultima squadra in MotoGP, non aveva portato risultati sportivi importanti, ma aveva portato il risultato umano di chi è capace di farsi voler bene sempre. Coì la casa austriaca gli ha dato una moto per permettergli di realizzare il sogno di partecipare alla Dakar. Un sogno che s’è fatto serio dopo le prime tappe, quando è stato evidente che Petrucci andava forte come i professionisti del deserto, fino a una vittoria di tappa che lo ha reso il primo pilota della storia a vincere sia in MotoGP sia nel rally dei rally. Bastava. Invece no, perché Petrucci ha rilanciato. Perché in Petrucci c’era la consapevolezza che il vero grande amore della vita può essere uno solo e per lui si chiamava Ducati. Fare cose grandi da soli vale la vita, ma farle con chi ami vale oltre la vita. E Petrucci è andato a cercarsi proprio una Ducati. Per fare cosa? Per provare a vincere nell’AMA Superbike. Un altro sogno, questa volta americano.
Il resto lo ha fatto il destino, che ha voluto che il primo GP di quel campionato fosse proprio in Texas, al Cota, e in concomitanza con il Gran Premio delle Americhe di MotoGP. E Danilo per la sua prima uscita ufficiale s’è ritrovato vicino alla sua squadra di quando correva in Classe Regina, ha passato questi giorni con Bagnaia e Miller, con Tardozzi, Ciabatti e Dall’Igna. C’erano tutti sotto il podio dopo la gara che Danilo è riuscito a vincere, dimostrando che quel filo rosso di cui parla tanta letteratura e che a volte sembra una corda che costringe, prima o poi finisce per mostrare il suo disegno. Rendendo tutto più speciale, appunto, come la storia di Danilo Petrucci.