Dov’è il MotoGP Social, ci si chiede. Normalmente ai piedi dei piloti presenti in conferenza stampa ci sono dei cartelli. Servono a fare piccoli giochi come indovinare film descritti con le emoji del cellulare, mettere in fila i piloti dal più alto al più basso, scrivere il nome dell’animale domestico altrui. Durante l’ultimo GP, per esempio, il MotoGP Social consisteva nell’indovinare una canzone e l’autore da una frase estrapolata dal testo. Idea che, in effetti, non piacque per niente a Marc Marquez, il quale si rifiutò di partecipare per poi dichiarare che: “Questo gioco ci fa sembrare stupidi”.

Ed ecco che al Mugello il MotoGP Social con i cartelli non c’è più. Ci saranno delle domande scritte dai fan su X, selezionate da Dorna e riportate ai piloti. È bastato che Marc Marquez parlasse così duramente, in diretta e senza mezzi termini? In un certo senso sì, perché se lo avesse detto un altro forse on sarebbe cambiato nulla. Marc, e questa ne è solo l’ennesima conferma, ha un peso politico non indifferente. “È il GP di casa per Ducati e per Pecco”, dice aprendo la conferenza stampa. “Pecco qui ha vinto… non ricordo, le ultime tre? Le ultime cinque? Sarà veloce, così come Alex che ultimamente è andato sempre molto forte. Vediamo se sarà possibile stare con loro, sarebbe una bella notizia per noi”.
Con lui ci sono Pecco Bagnaia, Marco Bezzecchi e Pedro Acosta. Pecco torna sui dischi Brembo da 340 mm, mentre quelli a diametro maggiorato (da 355 mm) verranno lasciati da parte: “Questa è una pista in cui la temperatura dei dischi non va molto in alto. Sarebbe un po’ fuori scala, vedremo. Partirò con gli standard e se dovesse ripresentarsi il problema che abbiamo avuto ad Aragon troveremo la soluzione”. Dice, più tardi, che non essere competitivo qui al Mugello sarebbe il vero problema. Dice anche di non essere nella situazione “Di immaginare una vittoria in entrambi le gare perché sappiamo quanto Marc e Alex siano forti”.
Si è parlato poi di Toprak Razgatlioglu, che sarà in Pramac nel 2026. A riassumere meglio di ogni altro la faccenda è stato Alex Rins: “Per guidare la Superbike devi fare sesso con la moto. Con la MotoGP, invece, devi farci l’amore”.
Marco Bezzecchi invece è tranquillo, sempre più fidanzato, sempre più veloce in pista. Dice che il tempo a fine test di Aragon non è da considerare davvero perché a fine giornata c’è un grip spaventoso. Casanova - Savelli e Arrabbiata 1 sono il pezzo che preferisce con la MotoGP che, spiega, assomiglia più a Silverstone che ad Aragon, anche se il Mugello “assomiglia solo al Mugello”.
Pedro Acosta in conferenza parla pochissimo. I titoli sono tutti per Marc Marquez a cui è stato chiesto se il suo obiettivo adesso che è così in forma - e che gli altri non lo sono - è quello di raggiungere e superare i nove titoli mondiali di Valentino Rossi: “Per me i nove mondiali… che arrivino o no, io ho già raggiunto il mio obiettivo. Sono tornato da un momento molto duro, tre anni fa ero qui ad annunciare che sarei andato in America per rompere di nuovo il mio braccio per raddrizzarlo. Quella è stata la mia sfida più grande, ognuno ha la sua carriera, i suoi infortuni, il suo stile di guida, il suo carattere. Ora me la sto godendo. Chiaramente, da pilota Ducati sento il peso della sfida e voglio lottare per il titolo”.
Di questo giovedì al Mugello ci restano due cose. La prima: Marc Marquez ha un grosso peso politico. La seconda: il GP d’Italia sarà fondamentale per Pecco Bagnaia. Ad Aragon è tornato terzo dietro ai fratelli Marquez, qui dovrà provare a batterli. Trovare fiducia almeno, perché se non ci riesce tra questa gara e la prossima - ad Assen, circuito che Pecco ha tatuato sul braccio destro - è pressoché impossibile che ci riesca altrove. La livrea Ducati, che verrà mostrata sabato, è ispirata al Rinascimento italiano: magari servirà a celebrare una rinascita.