I modi sono quelli tipici di un ingegnere: sembra sempre che l’emozione sia eternamente sotto controllo. Però, nell’intervista rilasciata al canale ufficiale della MotoGP, Romano Albesiano arriva addirittura a tradirne un po’ quando racconta cosa ha provato subito dopo la chiamata di Honda, a metà della scorsa stagione. E, per un attimo, non nasconde l’entusiasmo quando ripercorre i mesi trascorsi dall’ingresso nell’azienda che lui stesso arriva a definire il sogno di ogni tecnico. “Quando ho ricevuto la chiamata da HRC – dice - ero super emozionato”.

Sì, ok, prima di lui avevano chiamato quel Gigi Dall’Igna di cui proprio Albesiano aveva raccolto l'eredità tanti anni fa in Aprilia, però anche essere il secondo telefono fatto squillare è tanta roba. “Honda – racconta ancora - è la più grande casa motociclistica al mondo. Il modo in cui le persone affrontano il loro lavoro è diverso; è proprio una cultura diversa. Sono sicuro che porterò il mio approccio europeo, ma non credo ci sia bisogno di una vera rivoluzione. Si tratterà, piuttosto, di essere appassionati e creativi. E questa è sempre stata una caratteristica di Honda”. Un sogno professionale, ma anche una sfida tecnica, quindi, per un uomo che è stato la storia di Aprilia e che adesso s’è trovato pure nei panni, decisamente scomodi, di dover commentare quello che ormai tutti chiamano “il caso Jorge Martìn”. “Se Martín si unisse a Honda sarebbe un’ottima cosa per Honda – dice in maniera sbrigativa - Ma sarebbe un male per Aprilia. Vi prego di capire, ho appena lasciato quell’azienda, quindi preferisco non commentare questa cosa”. Un modo prudente per non sbilanciarsi, quindi, ma anche una dichiarazione che, di fatto, non spegne le voci sul possibile arrivo in Honda dell’attuale campione del mondo, ma piuttosto le conferma.
Meglio, per un Albesiano che ha passato una vita in camicia Aprilia, parlare di presente piuttosto che di passato e futuro. “Mi aspettavo che la moto, la RC213V non fosse all’altezza, ma quando ho parlato con i piloti per la prima volta sono rimasto sorpreso nel sentire che a detta loro la maggior parte delle caratteristiche della moto erano positive, mentre solo alcuni punti specifici erano negativi. Questa condizione ci ha permesso di intervenire su quei punti e migliorare rapidamente”. Non c’è stato bisogno, quindi, di azzerare tutto e ricominciare, ma è bastato concentrarsi su aspetti come l’erogazione.

“Dall’anno scorso a quest’anno – ha concluso l’ingegnere italiano - il miglioramento più significativo è probabilmente che la coppia risulta più controllabile dal pilota. Anche l’elettronica è stata sviluppata”. Ma è sulla frenata che Albesiano vorrebbe scommettere: “È probabilmente la fase più importante nella MotoGP moderna. Un’area in cui possiamo ancora avere grossi margini di miglioramento. Comunque abbiamo una lista fitta di novità per la fine della stagione e vedrete una rapida evoluzione della moto, sia per quanto riguarda il motore che la ciclistica. Il test di Misano sarà cruciale. Vogliamo arrivare a lottare per vincere le gare, me lo aspetto. Speriamo di perdere le concessioni a fine stagione e di poter essere felici di cederle”.
Cruciali saranno anche, però, le scelte di mercato, a prescindere dall’arrivo o meno di Jorge Martin, con Romano Albesiano che gioca la carta della diplomazia e spende parole buone per tutti gli attuali piloti della Honda. “Johann Zarco – dice – non soffre le vibrazioni e è super, super veloce, anche Joan Mir è incredibilmente veloce, ma deve perfezionare qualcosa per evitare di rischiare troppo in ingresso curva. Luca Marini? Ci sta aiutando molto con lo sviluppo e è un peccato non averlo potuto avere con noi dopo l’incidente di Suzuka, speriamo di rivederlo presto in pista”.