Aspettavate i padroni di casa al Mugello? Ducati e Aprilia probabilmente arriveranno, ma in questo giovedì del Mugello la scena se l’è presa tutta Yamaha, spiegando una volta per tutte che i tempi tremendi sono alle spalle e che adesso vuole prendersi di prepotenza il palco senza stare a bussare o a avvisare. Perché non c’è stato neanche il tempo di annunciare il colpaccio Toprak Razgatlioglu e, pochi giorni dopo, di far sentire al mondo come suona il nuovissimo motore V4, che la casa di Iwata, appena parcheggiati i camion al Mugello, ha fatto sapere che il contratto con Andrea Dovizioso non solo è rinnovato. Ma che per il Dovi c’è un ruolo pure tutto nuovo e ritagliato su misura per far sì che l’esperienza maturata in tanti anni di Motomondiale possa essere messa a completa disposizione della crescita di Yamaha. Roba che – o almeno immaginiamo – è significata anche uno sforzo economico per la casa giapponese, che a quanto pare ha deciso di aprire definitivamente i rubinetti.

L’accordo con Dovi avrà durata triennale e sembra essere stato ispirato dai consigli di Fabio Quartararo (che in verità sapeva già tutto la scorsa settimana quando si è espresso in certi termini proprio parlando del Dovi), che ha espresso la necessità di un feedback più rigoroso e qualitativo nello sviluppo della Yamaha M1. "Mi sento perfettamente a mio agio in questo ruolo definito con Yamaha - ha dichiarato Dovizioso - "Come collaudatore e consulente per le prestazioni voglio creare una forte sinergia tra i piloti e la squadra. La mia esperienza in pista e nei box mi permetterà di svolgere un ruolo di mediatore tecnico. Siamo ben consapevoli che questo percorso sarà caratterizzato da tanti piccoli dettagli a cui prestare attenzione, ma abbiamo anche una visione chiara del risultato che vogliamo raggiungere e conosciamo il livello di dedizione richiesto per arrivarci".
La presenza di Dovizioso, quindi, non sarà limitata ai test privati o a qualche sporadicissima comparsata ai GP, ma sarà frequente e costante: il suo ruolo strategico prevede anche l'ottimizzazione degli scambi tecnici e una comprensione dettagliata delle esigenze di ciascun pilota. Questa nuova fase per Yamaha è vista come un'opportunità per tornare competitivi, dopo anni di dominio della Ducati. Yamaha sta cercando di riconquistare la fiducia dei suoi piloti e dei tifosi, e Dovizioso potrebbe essere il pilastro di questo rinnovamento. Paolo Pavesio, Direttore Generale di Yamaha Motor Racing, l’ha anche detto: "Andrea e Yamaha condividono una solida partnership da molti anni ormai e siamo lieti di annunciare che rimarrà con Yamaha Factory Racing MotoGP per altre tre stagioni".

Progetto che si rinnova, uomini che vengono riconfermati e un grande centro intorno a cui costruire tutto: Fabio Quartararo. “Mi piace vedere quanto Yamaha sta lavorando – ha detto il francese – c’è ancora tanto da fare. Il V4? Non vedo l’ora di provarlo, ma in attesa del cambiamento radicale avremo qualche novità anche qui al Mugello. Il modo in cui lavoriamo è buono, ma non abbastanza. Credo che possiamo migliorare notevolmente”. Nonostante i progressi, Quartararo è consapevole dei problemi che restano per la Yamaha, in particolare della necessità di maggior potenza e di una elettronica che riesca a garantire più fluidità. “Abbiamo sicuramente bisogno di più potenza e maggiore velocità – ha ammesso – ma anche di qualcosa che ci aiuti a gestire le situazioni in cui il grip non è quello congeniale alla nostra M1. Qui al Mugello possiamo fare bene, perché le caratteristiche della pista ci sono più favorevoli rispetto a altri circuiti”.
Nel frattempo, se Fabio Quartararo ha tenuto un atteggiamento ultraprofessionale, lasciando trasparire foga solo quando s’è toccato l’argomento V4, il suo compagno di squadra, Alex Rins, è sembrato particolarmente ispirato dal Mugello. Sarà che vuole mettersi alle spalle il tremendo infortunio rimediato proprio qui due anni fa, “ormai non ci penso neanche più”, sarà che è al centro di qualche voce di mercato, ma un Rins così carico non si vedeva da tempo. E pure super sul pezzo quando gli hanno chiesto dell’arrivo di Toprak Razgatlioglu: “sicuramente per lui sarà una grande sfida, potrà fare bene, ma dovrà adattarsi. Perchè con le MotoGP ci devi fare l’amore (ride, ndr)”. Insomma, le derivate di serie vogliono essere “prese” senza troppe smancerie e delicatezze, sembra affermare lo spagnolo. “La guida di Toprak – conclude - è particolarmente fisica, 'bam bam', spettacolare. Lui frena forte, piega con decisione. Sulla MotoGP devi essere dolce, preciso, gentile. Ci devi fare l'amore".
