Una partita a senso unico. L’Italia batte gli Stati Uniti e conquista la prima medaglia d’oro dell’Italvolley nel torneo olimpico, con una prestazione monumentale dal primo all’ultimo punto di un match dal risultato mai messo in discussione. Un’Italia splendida che, sull’onda del sorriso mostrato durante tutto il torneo, realizza un sogno che all’alba di questo percorso sembrava quasi impossibile. Un gruppo unito in cui ciascuna giocatrice ha saputo fornire il proprio apporto, riuscendo così a battere gli Stati Uniti; una squadra così solida, oltre che efficace, che sino ad ora aveva perso solo un set dall’inizio della propria olimpiade. La partita perfetta arrivata nel momento più importante del torneo, in cui sono tante le azzurre riuscite a salire in cattedra tra muri, attacchi e ricezioni da sogno.
Il muro del capitano Anna Danesi
Se è vero che nelle grandi partite fuoriesce sempre l’animo del campione, in questa finale non si può non lodare la prestazione del nostro capitano, la centrale Anna Danesi. Terzo oro a Parigi 2024 da Roncadelle, la cittadina bresciana che ha scritto la storia di questi giochi olimpici. Primi tempi insidiosissimi per lei, un servizio efficace e soprattutto un muro invalicabile: sono questi gli ingredienti della prestazione sfoderata dalla Danesi, un mix letale per le avversarie statunitensi.
La rivincita di Sarah Fahr
Arrivava a questa olimpiade con la missione di riscattare la grande sfortuna di Tokio 2020, la sua prima olimpiade terminata troppo presto a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, un infortunio grave che l’è costato uno stop per un lungo periodo di tempo, e così è stato: gioca una finale incredibile con il 60 % di efficacia in attacco oltre ad una grande solidità nelle fasi di muro. Una rivincita vera e propria, arrivata nella maniera migliore possibile.
Egonu, Bosetti, Sylla e Antropova: la sicurezza di una grande squadra
Attacchi senza speranza per le avversarie e difese da manuale: se la finale è risultata a senso unico, è anche per merito di queste quattro giocatrici che, ognuna a proprio modo, hanno saputo incantare gli appassionati della pallavolo. Se Egonu e Bosetti hanno aperto la difesa americana a suon di forza e strategia, tra attacchi a tutto braccio e pallonetti ragionati, Sylla ha difeso la seconda linea italiana da secondo libero aggiunto. Una sintonia di gioco magica, travolgente e mai messa in discussione durante tutto l’arco del match, a cui si aggiunge anche l’esplosività di Ekaterina Antropova - l’arma in più a disposizione di Velasco- sempre pronta a lasciare il segno quando chiamata in causa. Una squadra apparsa sempre unita in una sicurezza che rinforza tutta la squadra, merito di ogni elemento e della capacità di muoversi all'interno del gruppo di lavoro di ognuna di queste grandi giocatrici.
Orro direttrice d’orchestra e De Gennaro solita sicurezza
Se quest’Italia è parsa in perfetta sintonia come un’orchestra è anche merito della sua direttrice, la palleggiatrice Alessia Orro. Distribuzione del gioco magistrale e precisione al servizio letale con i suoi ace: una prestazione perfetta anche la sua, così come perfetta è stata quella della nostra “Moki”, il libero Monica De Gennaro che grazie alla sua esperienza, oltre che al proprio talento, ha saputo esaltarsi una volta ancora, forse nella partita più importante della propria carriera. Dunque, un’Italia da 110 e Lode che, con la strepitosa vittoria ottenuta, riscrive le pagine di storia della pallavolo.