Era davanti a tutti a Imola il trio della Toyota n.7, composto da Kamui Kobayashi, Nyck De Vries e Mike Conway. Tre piloti che non solo hanno dimostrato di essere più competitivi dell’equipaggio gemello della numero 8, ma anche della griglia, dove si sono sempre fatti trovare nelle prime posizioni. La vittoria di Imola poi aveva messo una conferma concreta sul loro biglietto da visita e, in vista della 24h di Le Mans, erano individuati come uno degli equipaggi più pericolosi per la vittoria, insieme ai leader di campionato della Porsche di Penske Motorsport numero 6 e alle due Ferrari 499P. E ci credevano davvero in casa Toyota in questa impresa, tant’è che già nei primi round del WEC dicevano di star preparando tutto in vista di Le Mans. Il weekend però per loro non è iniziato nel migliore dei modi, anzi, era il caos a far da padrone.
Infatti, la settimana di Le Mans si è aperta con la notizia di un grave infortunio per Mike Conway, uno degli alfieri della numero 7, avvenuto in bicicletta durante un allenamento. Il britannico ha dovuto così rinunciare alla gara più importante del campionato e alla possibilità reale di vincerla - replicando magari l’esecuzione perfetta che lo ha portato alla vittoria nel 2021. Al suo posto è arrivato José Maria Lopez, ex compagno di squadra sia di Conway che di Kobayashi, che a inizio stagione si era fatto da parte per permettere a Nyck De Vries di correre con la GR010 Hybrid. Nonostante però l’argentino sia di casa e conosca molto bene la vettura, preparare una 24h di Le Mans in pochissimi giorni non è affatto semplice. Lopez era comunque pronto per la gara perché avrebbe dovuto affrontarla al volante della Lexus in classe GT3, ma riadattarsi ai ritmi della classe regina, soprattutto con un tale livello di competizione, non è mai facile.
Con Nyck De Vries che affrontava la sua prima 24h di Le Mans nella classe Hypercar, quindi in quella più importante di tutte, e che nel WEC sta trovando il riscatto per l’ultima stagione vissuta in Formula 1, Kamui Kobayashi voleva riconfermarsi come uno dei più forti del mondo endurance. In qualifica però il giapponese ha commesso un errore in entrata di una delle curve più difficili del circuito de La Sarthe, provocando una bandiera rossa. Se il tempo fatto registrare qualche giro prima era abbastanza per permettergli l’accesso alla Hyperpole e, soprattutto, una partenza assicurata in Top 10, la direzione gara è subito arrivata con la penalizzazione del fatto. Sono quindi stati cancellati tutti i giri alla vettura numero 7, squalificata in qualche modo dalla sessione, come da regolamento.
Se c’è qualcuno però che vive di determinazione e prontezza nel risolvere i problemi dentro al paddock del WEC, quel qualcuno è proprio la grande squadra che Toyota Gazoo Racing ha composto in questi anni. Loro che ormai sono veterani della categoria non si sono dati per vinti e, dato che a Le Mans tutto può succedere, l’obiettivo era la vittoria anche dal fondo della griglia. La vettura sorella gli partiva qualche fila più avanti, ma anche nel loro caso la qualifica era stata più una delusione che una soddisfazione, quindi per i campioni del mondo in carica era tutto da riscrivere. E si sono impegnati fin dal primo istante per farlo, con una partenza pulita che ha visto la numero 7 fuori dai guai, con degli stint precisi e veloci nonostante il viavai di pioggia e di sole e le complicate condizioni di doppiaggio, con LMP2 e GT3 altrettanto impegnate in battaglie tiratissime.
Una volta superata la notte è diventato forte e chiaro che per la vittoria ci fossero anche Kobayashi, De Vries e Lopez nei giochi, soprattutto dopo la battaglia che ha visto protagonisti il giapponese e il pilota della Ferrari Antonio Fuoco. I due si sono cercati e sfidati per completare forse il duello più iconico della 24h di quest’anno, vinto alla fine dalla 499 P dell’italiano se contiamo anche le strategie e i vari incidenti di percorso. La Ferrari si è presa una vittoria incredibile, emozionante e meritata, ma subito dopo di loro c’era la Toyota numero 7. E in una gara così complicata come è stata quella di quest’anno, bisogna tirare giù il cappello anche per i costruttori giapponesi, autori di un capolavoro partito dalle retrovie.
Sul podio De Vries, Kobayashi e Lopez non perdono tempo per congratularsi con i vincitori, che hanno sicuramente dimostrato più perfezione rispetto a loro. Si sorridono, si abbracciano e Kamui Kobayashi stringe la mano ad Antonello Coletta, direttore del reparto endurance della Ferrari, con tanta ammirazione che gli si legge negli occhi, forse anche un po’ umidi per la stanchezza e la soddisfazione di aver finito ancora una volta la gara delle gare. In un anno dove la parola competitività equivale a World Endurance Championship, il risultato ottenuto da Nyck De Vries, José Maria Lopez e Kamui Kobayashi dice molto di più di milioni di parole. Non saranno più primi in campionato, gli imbattibili delle scorse stagioni, ma sono ancora una delle squadre più solide del mondo del motorsport.