La straordinaria vittoria di Enea Bastianini in Qatar è già storia. E le telecamere della Dorna hanno voluta raccontarla un po’ più da vicino come ormai sono abituati a fare da almeno un paio d’anni. Contenuti meno televisivi rispetto al materiale ufficiale che, però, riesce a catturare più spontaneità. Qatar Unseen comincia nel parco chiuso, quando Enea va ad abbracciare gli uomini del Team Gresini e si chiede “Come abbiamo fatto?”, mentre Carlo Pernat, aggrappato alle transenne in un sottofondo di emozione risponde un po’ a tutti: “Li hai massacrati, li hai massacrati…”.
Poi c’è la camminata verso il box, con la fidanzata Alice che gli chiede se è contento. Bastianini ovviamente lo è: “Molto. Abbiamo scelto la moto giusta per fare le gare”. Come a dire che rispetto al suo esordio con il Team Avintia, con la Desmosedici di quest’anno è finalmente competitivo. Nel box il primo abbraccio è con Nadia Padovani, la moglie di Fausto, poi Bastianini - da sempre in difficoltà con l’inglese - la butta sul ridere: “Ho scoperto una cosa oggi: è più difficile la conferenza stampa della gara”. Il clima è carico, ci sono tutti. A fargli i complimenti passa anche il compagno di squadra Fabio di Giannantonio, 17° e penultimo davanti a Raul Fernandez alla sua prima gara della stagione.
Arriva Dall’Igna. E nemmeno lui si trattiene: “Tutto perfetto, tranne l’ultimo giro, cazzo. Tieniti quei sei, sette, otto decimi. Porca troia! La gente nel box patisce!”. Enea, di nuovo, si fa una risata: “Io vedevo i maxischermi, ero lì che guardavo - la risposta di Bastianini - Quando ho visto che erano cinque, sei decimi al T4… Traiettorie larghe, cercavo i canali!”. Il primo uomo di Ducati Corse però è curioso, vuole sapere della moto che ha pensato e disegnato e che, con lo sviluppo dell’anno scorso, è arrivata ad un livello di competitività elevatissimo: “Ma allora com’era? Tutto a posto?”, le parole di Dall’Igna.
“Bene. - l’analisi di Enea - Di problemi solo un po’ di movimento, secondo me qui la K (la gomma media, ndr.) era un po’ al limite sull’anteriore. Dietro però molto bene, anche rispetto alla soft che perdeva alla curva 3. Alla fine Pol aveva la moto che pattinava, non riusciva neanche a tenerla. È andato in crisi agli ultimi giri perché loro entrano con più angolo nelle curve ma buttano a terra più gomma. Noi invece arriviamo, stacchiamo belli dritti e forte. Ed è lì che mangiamo i metri, però nella prima parte di gara andavano forte”.
La risposta dell’ingegnere veneto è quasi una promessa: “Bel lavoro. Ma veramente un gran bel lavoro”. Parlare di mercato è presto, ma di questo passo a Borgo Panigale non avranno grosse difficoltà a prendere le loro decisioni.