La vittoria di Enea Bastianini in Qatar è stata una favola, niente di meno. Anche perché l’ultima vittoria del Team Gresini in MotoGP risale al 2006, con Marco Melandri. La gara magari la ricorderanno in pochi, ma quell’ultima curva a Phillip Island ce l’abbiamo presente tutti: lui che esce di traverso, la moto rossa sponsorizzata Fortuna che comincia a fumare e Marco che stacca una mano dal manubrio per alzare due dita mentre annuisce. Immagini che non invecchiamo mai, nemmeno dopo 16 anni.
Così la vittoria di Enea ce la siamo fatta raccontare da lui che, dopo due anni di commento tecnico, si è dovuto adeguare alla scelda di DAZN di rinunciare ai diritti: “È un peccato che abbiano lasciato, ci siamo divertiti e c’era un buon margine di crescita. Però pazienza. Enea è stato incredibile, proprio pazzesco. Ha fatto una gara da campione navigato, non ha sbagliato nulla. All’inizio è stato calmo e tranquillo con la consapevolezza di avere più passo di tutti, ha guidato in maniera veramente incredibile. Mai una sbavatura, mai un lungo, mai una sbandata. Si vede anche che il livello di affiatamento tra lui, il team e la moto è veramente elevato. Sembrava il Bagnaia dell’anno scorso, quello dei momenti migliori. Vedere l’emozione del team poi è stato da brividi. Credo che non si poteva scrivere storia migliore. Speriamo solo che continui nel migliore dei modi”.
In molti hanno fatto un parallelismo tra Melandri e Bastianini. Entrambi scelti da Fausto, entrambi di una Romagna che ha poco a che vedere con la storia di Valentino Rossi, entrambi (finché Enea non è stato costretto a cambiare) con il numero 33 sul cupolino: “Sotto alcuni aspetti mi rivedo un po’ in lui, non dico che abbia proprio ripercorso la mia carriera (entrambi campioni in classe di mezzo, 250 Melandri e Moto2 Bastianini, ndr.) ma anche come stile di guida e alcune cose mi è sembrato abbastanza simile a come ero io. Mi ha emozionato da matti. E lo vedo bene anche per il mondiale, perché nei test è sempre stato veloce. È andato fortissimo su piste diverse con stili diversi e sulla sua competitività non ci sono dubbi”.
Ad ogni modo, Melandri è convinto che da Borgo Panigale arriveranno le giuste soluzioni per puntare al titolo con i piloti ufficiali: “Credo sia davvero troppo presto per parlare di crisi Ducati - la sua riflessione - Sicuramente la moto nuova richiede dello sviluppo, sappiamo che la GP21 adesso è super competitiva e ben centrata. Non so che problemi abbia avuto Ducati ma di sicuro arriveranno anche loro”. Davide Tardozzi, in merito, si è assunto tutte le responsabilità del doppio zero dei piloti, spiegando che non accadrà di nuovo.
Di favoriti al titolo, invece, è presto per parlarne. Secondo l'ex pilota la MotoGP può contare su di un buon numero di piloti (e di case), inclusa quella Suzuki che in Qatar ha fatto registrare la miglior velocità massima in fondo al rettilineo, dimostrando dati alla mano una grande crescita sul lato tecnico: “La Honda sarà sicuramente veloce, vedere anche Espargarò così veloce fa pensare che abbiano davvero fatto un grande lavoro. Però non dimenticherei le Suzuki, adesso di motore vanno forte. KTM invece è passata un po’ inosservata, ma Binder ha fatto un garone. L’ultimo giro è andato a riprendere Enea, era molto agguerrito. Peccato per Oliveira, ma sembrava comunque più in difficoltà rispetto a Binder”.