Quando non è in sella della KTM RC16 per collaudare la motogp del marchio austriaco, Dani Pedrosa non rinuncia a scendere in pista e lo fa al volante della Lamborghini con cui lo scorso fine settimana ha debuttato (anche con ottimi risultati) nel Lamborghini SuperTrofeo. A Imola, infatti, il piccolo samurai ha dimostrato di saperci fare anche con le supercar, ma è chiaro che i giornalisti presenti hanno voluto toccare con lui l’argomento MotoGP.
Pedrosa ha parlato dei progressi fatti da KTM, dei giovani talenti che lo entusiasmano di più, come Enea Bastianini e quel Pedro Acosta che potrebbe essere a tutti gli effetti il suo erede, ma anche del passato e di quegli anni d’oro della MotoGP in cui, da protagonista, ha dovuto vedersela con i più grandi. Probabilmente senza vincere quanto avrebbe meritato. L’ex pilota del Team Repsol Honda ha anche provato a fare una classifica dei suoi avversari e ha tirato una stoccata a Valentino Rossi o, meglio, all’ambiente che si era creato intorno al fenomeno di Tavullia. “A livello di guida pura il nome che spicca su tutti è quello di Casey Stoner, con il suo stile i miei occhi erano spalancati e spesso non capivo come facesse a guidare in quel modo. A livello di testa, invece, dico Marc Márquez , perché è bravo anche nella guida estrema, con il gomito per terra quando c’è da gestire paura e rischio. Valentino Rossi, infine, è stato colui che ha attirato il pubblico. Quando è diventato il punto di riferimento assoluto della MotoGP, intorno al 2005, se non eri come lui, così estroverso, non eri ben considerato. Se non eri come Rossi, non ti vedevano bene. O forse le persone non erano interessate a te e ti snobbavano. Stoner di questo ne ha sofferto tantissimo, essendo un introverso”.