Cinque volte campionessa di lancio del peso, in tv ha condotto sulla Rai “Notti Europee” dove ha stupito tutti per la sua naturalezza, ma anche per un carattere forte che l’ha portata a denunciare come nel nostro Paese esistano ancora “extracomunitari di serie A ed extracomunitari di serie B” relativamente al caso Suarez. Giovane, classe ’97, avvenente e solare, di origini camerunensi ha avuto riconosciuta la cittadinanza italiana soltanto ad aprile dopo che era arrivata a Pavia a 7 anni. Ha vissuto in una casa-famiglia di suore per undici anni e dopo aver frequentato elementari, medie e superiori, si è iscritta al corso di laurea triennale in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità. La storia di Danielle Madame parla di impegno e riscatto, ma lei non sembra ancora soddisfatta. Perché è proprio dallo sport che ha imparato a superare ogni difficoltà: con la dedizione. L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio e per sapere cosa ne pensa su alcuni temi che la riguardano da vicino. Come quello del razzismo: “A volte c’è troppo vittimismo” e anche benché sia “necessario aggiornare la legge sulla cittadinanza” non crede che lo ius soli abbia possibilità di essere approvato: “Sarei favorevole, ma serve prima una crescita culturale che l’Italia ancora non ha, con uno ius culture”. Altrettanto netto, poi, il giudizio su quanto accaduto alla giornalista molestata fuori dallo stadio: “È stata una vera violenza”, tanto che non è d’accordo su chi minimizza come Natalia Aspesi, la quale ha scritto che “una pacca sul sedere non è un crimine”. Danielle è proprio all'editorialista di Repubblica che si è voluta rivolgere: “Non sono d'accordo, che se le faccia dare lei se le piacciono dagli sconosciuti”. E mentre studia per laurearsi coltiva il suo vero sogno: “Vestire la maglia azzurra”.
Danielle, ho visto sui tuoi social che sei appena tornata da un viaggio in Camerun.
Sì, è stata una esperienza davvero rigenerante.
Come mai?
Era la prima volta che andavo nei villaggi. Ho conosciuto il cuore dell’Africa e visto realtà molto dure rispetto all’Italia, di persone che vivono in case di terra e solo della propria agricoltura. Ma nonostante tutte le difficoltà mi ha impressionato la forza con la quale vanno avanti, in particolare le donne. Mi sono avvicinata da poco all’associazione Mso Mame che aiuta proprio le donne a essere sempre più indipendenti per sostenere le loro famiglie. I progetti vanno avanti e questo lavoro mi ha veramente colpito.
Da qualche mese sei diventata ufficialmente cittadina italiana. Ricordo quando denunciasti che in Italia esistono ancora “extracomunitari di serie A ed extracomunitari di Serie B” commentando il caso Suarez. Immagino, però, che la strada per tanti altri sia ancora lunga.
Il 29 aprile sono diventata cittadina italiana, ma in generale bisogna ancora lavorare tanto su questa tematica. Purtroppo, ci sono tantissimi giovani che vivono questa situazione di italiani non riconosciuti dallo Stato. L’unica legge che regola la cittadinanza è datata, del 1992, ma non rispecchia più l’immigrazione odierna. Prima le persone venivano da fuori, oggi invece nascono e crescono qui. Bisogna aggiornare la legge e portarla al passo con i tempi.
Saresti favorevole allo ius soli?
Sono favorevole ma è molto difficile, prima dovremmo migliorare la legge esistente. Lo ius soli è un provvedimento particolare e c’è in pochi Paesi del mondo. Forse nel nostro è meglio una soluzione che possa essere adatta all’Italia. Non esageriamo, che a volere troppo rischiamo sempre di non ottenere nulla. Prima servirebbe una crescita culturale, con lo ius culture, inutile prenderci in giro. I Paesi che hanno lo ius soli hanno anche un livello di integrazione e di mescolanza culturale molto più elevato che da noi.
Sarebbe un provvedimento troppo divisivo?
Non bisogna essere ipocriti, io per ora lo trovo impossibile vista la situazione politica. Se non da sventolare per altri interessi.
Intanto, la tua esperienza come conduttrice su Rai 1 del programma “Notti Europee”, accanto a Marco Lollobrigida, mi sembra sia andata molto bene.
Sono stata contentissima della chiamata della Rai. Un vero orgoglio, per l’opportunità di essere la prima conduttrice nera con questo ruolo. È una piccola conquista aver fatto entrare nelle case degli italiani una donna di colore che può condurre un programma in diretta e parlando bene la lingua.
C’è un complimento che ti ha fatto particolarmente piacere?
Sono stati tanti… All’inizio ero molto intimorita e mi ha fatto molto piacere quando dicevano che ero naturale e sembrava lo facessi da sempre. Credo sia una caratteristica che mi contraddistingue l’essere particolarmente estroversa. Questi complimenti mi hanno aiutato ad andare avanti.
Avrai seguito quello che è accaduto alla giornalista Greta Beccaglia, che è stata molestata da un tifoso fuori dallo stadio. Se ne è discusso tanto, tu come avresti reagito?
Non vorrei mai essere stata al suo posto, perché lei ha reagito in modo fin troppo pacato. Non dico che gli avrei voluto saltargli addosso, ma sarei andata sicuramente a dirgli che certe cose non doveva permettersi di farle. È stata una vera e propria violenza, non ci nascondiamo. Riprendendo le parole di Luciana Littizzetto, mi ha fatto piacere che quell’uomo abbia citato sua figlia, forse perché sta iniziando a capire che non vorrebbe mai succedesse anche a lei.
Il dibattito, però, ha diviso anche le donne. Natalia Aspesi, nota editorialista di Repubblica, ha scritto: “Una pacca sul sedere non è un crimine”.
Che se le faccia dare lei le pacche sul sedere, se le piacciono dagli sconosciuti. Ma non credo che rappresenti una grande comunità di donne che la pensano così.
Un’altra giornalista molto impegnata su questi temi, Concita De Gregorio, ha invece spostato il dibattito sulla bellezza delle conduttrici e giornaliste sportive avanzando questa domanda: “Ti scelgono per la bellezza o per quello che vali?”.
Non conosco il curriculum di tutte le giornaliste, ma ne stimo molte che vedo in tv. Non so se è una colpa al giorno d’oggi essere anche bella. A me personalmente piacciono le donne preparate. Non penso che regga più il discorso della sola bellezza, perché ormai serve anche la competenza.
Zlatan Ibrahimovic ha raccontato questo aneddoto: “A Roma in 50mila mi gridavano zingaro, e l'arbitro ha ammonito me”. Ti è mai capitato qualcosa di analogo?
Tante volte mi ritrovo in situazioni nelle quali si parla talmente tanto di politicamente corretto che poi vengono sdoganate situazioni dove c’è invece una vera e propria aggressione a sfondo razziale. E in questi momenti questi episodi razzisti non vengono presi in considerazione. Io non sono quella che urla sempre al razzismo, perché non posso dire che l’Italia sia una giungla. Ho subito diversi episodi simili, ma li ho sempre considerati singoli e compiuti da persone più ignoranti che razziste.
Per te l’Italia non è un Paese razzista?
L'Italia per la mia esperienza non è un Paese razzista, ma c è ancora tanta ignoranza e alle poche o tante persone razziste credo che non si debba rispondere con il vittimismo o la rabbia ma facendoci conoscere.
Cosa ti ha insegnato il tuo sport, il lancio del peso?
Sicuramente la perseveranza. C’è poco da fare, se non ti impegni non migliori. Ho provato ad adattare questa regola anche agli studi. Se le cose non le sai all’esame ci arrivi impreparata. Lo sport è un maestro di vita.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Prima di tutto laurearmi! Sto studiando Comunicazione e poi vorrei continuare il percorso in tv crescendo sempre di più e conquistando di volta in volta il mio posto per merito.
E a livello sportivo?
Ho combattuto tanto per questo Paese che il massimo sarebbe per me conquistare la maglia azzurra.