Passeggia per il paddock con una maglietta con su scritto Warhorse, ma specifica che “Il cavallo di battaglia non sono io, è il nome del team”. Danilo Petrucci ha chiuso con la MotoGP, ha vinto alla Dakar e si è presentato sul circuito di Austin con un bel casco con su scritto The Handyman, il tuttofare. E, in effetti, fa anche l’inviato in griglia con Antonio Boselli nel pregare della MotoGP su Sky. È contento Danilo, quando parte la MotoGP ha vinto la prima gara del MotoAmerica (dopo essere partito terzo) e non sa ancora che la sera vincerà la seconda. Una doppietta da cowboy su quel cavallo che si chiama Ducati Panigale V4. I piloti lo salutano, Jack Miller a momenti cade dalla moto e i meccanici si radunano attorno a Petrucci per sentirlo parlare. È un po’ come quel compagno di classe che lascia la scuola, se ne va in giro per il mondo e poi torna dai compagni di sempre con qualcosa da raccontare: belle storie, altre vite. E non è più quello che ha perso il lavoro, l’emarginato, il diverso: è quello che se n’è andato a fare cose nuove, fuori programma.
A Paolo Ianieri, per la Gazzetta dello Sport, racconta un po’ della sua vita negli Stati Uniti: “Ho provato a comprare una Fiat Panda, ma poi Danilone (il papà si chiama come lui, ndr.) mi ha fregato dicendomi che non abbiamo il posto per tenerla a casa. Mi ha detto “se ti compri la Panda ti mando via”. Spero di trovarne una in America, se ci riesco faccio il boom”. Poi continua: “Ogni tanto mi piacerebbe tornare a casa, ma dipende dai test - ha spiegato Petrucci - Non conosco otto piste su dieci, così mi piacerebbe anche affittare un camper per fare qualche gara on the road. Uno dei sogni è la Route 66 con la moto, non credo ci riuscirò adesso, ma intanto ho questa curiosità di scoprire il più possibile. Anche delle gare, sono molto rustiche, non ci sono i box, non c’è nulla di quello a cui ero abituato”.
Non finché ha corso la Dakar almeno. Danilo Petrucci, a ben vedere, a trovato il modo di fare la vita da pilota anni Settanta nel 2022: meno stress e più passione. Meno soldi, ma anche meno impegni e televisione. Più rischi, perché se arrivi dalla MotoGP tutti si aspettano che tu vada più forte degli altri, ma anche - e questo non se lo spiega nemmeno lui - più popolarità. Danilo ha scosso la Dakar come fosse un toro addormentato e se n’è andato cavalcandola. Se la gente lo abbraccia, lo segue e lo cerca è perché è unico, dice bene il suo casco con su scritto The Handyman. E chissà, magari quest’anno Ducati troverà il modo di farlo correre in Superbike. Dopo la doppietta di Austin, ora Danilo guarda a Braselton, in Georgia, dove il 22 Aprile correrà la sua seconda gara al Road Atalanta Circuit.